25.2.11

Era meglio morire da piccoli

E va bene.
Dopo aver parlato della mia impossibilità a reggere una eventuale campagna elettorale mi sono buttato a leggere un po' di forum, gruppi di discussione et similia. In particolare, dopo aver tenuto d'occhio per un po' la versione on-line del "Rotolo" di proprietà di famiglia, quello diretto da Nosferatu in persona, sono arrivato alla conclusione che è meglio essere di destra.
Almeno, leggendo notizie (è un eufemismo) e commenti (altro eufemismo), possiamo ricostruire questa semplice regola matematica.
Vediamo un po'.
Primo teorema, tramandato ai posteri come legge di SSallustri: 
"se non sei sempre d'accordo con Berlusconi sei comunista"

Gli elementi a supporto.

Se sei di sinistra:

- non puoi guadagnare troppo;
- non puoi rubare nemmeno 10 €;
- non puoi evadere il fisco;
- devi essere moralmente integerrimo;
- devi essere assolutamente eterosessuale, meglio se all'interno della famiglia. Se trent'anni fa hai sbaciucchiato un essere dell'altro sesso a sua volta comunista sarai infettato a vita, come per le punture dei calabroni.
- devi ospitare 30 extracomunitari a casa tua e fargli trombare tua moglie e le tue figlie.

Invece, sempre secondo la legge di SSalustri, l'uomo vero non può che essere di destra, dato che in questa nobile veste:

- puoi fare quel cazzo che ti pare;
- puoi rubare;
- puoi evadere tasse e contributi;
- puoi essere orgoglioso di avere figlie un po' zoccole;
- ammirare sfegatatamente la gnocca;
- andare a puttane ma picchiare tua moglie se ti tradisce;
- guadagnare cifre altissime per una apparizione in TV;
- picchiare negri, zingari e froci.

Se sei di sinistra e, putacaso, hai dimenticato di pagare una bolletta del pattume, sei un farabutto della peggior specie; viceversa, se sei di destra, puoi incitare tranquillamente a non pagare il canone della tv: quando ti arriverà la cartella esattoriale, titolo esecutivo, potrai sempre dire di essere vittima della casta delle toghe rosse.

Insomma, se sei di sinistra è meglio morire da piccolo, altrochè complicarsi la vita e sciuparsi l'esistenza con pensieri terzomondisti: il mondo è pieno di belle gnocche e bei maschietti.
E ricorda: se un uomo in bicicletta incontra un uomo in Suv, l'uomo in bicicletta è un uomo morto.

24.2.11

Non metteremo le mani ecc.ecc.


L’emendamento al Milleproroghe (comma 9 dell’art. 2, quinquies) rischia di sottrarre oltre 30 miliardi di euro alle famiglie ed imprese italiane.
Perché? Facciamo il punto della situazione.
La Cassazione a Sezioni Unite, solamente due mesi fa, con la sentenza n. 24418 del 2.12.10, ha sancito definitivamente il diritto dei correntisti a farsi restituire tutte le somme illegittimamente addebitate dalle banche su conti correnti con la capitalizzazione trimestrale degli interessi.
Dopo anni di dura lotta nelle aule dei Tribunali, finalmente una decisione volta a consolidare un principio favorevole alle vittime dell’anatocismo.
La Suprema Corte di Cassazione, infatti, in relazione alla prescrizione del diritto di vedersi restituire le somme illegittimamente addebitate dalle banche (art. 2935 - Decorrenza della prescrizione-La prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere) ha statuito che essa debba partiredalla chiusura del rapporto e non dalla data della singola annotazione a debito sul conto, riaffermando il divieto assoluto dell’anatocismo trimestrale e annuale.
Applicando tale principio vi sarebbe la certezza della restituzione degli indebiti, quantificati da apposite perizie, avverso una prassi illegale, vietata dall’art. 1283 del Codice Civile, che inibiva la capitalizzazione trimestrale degli interessi praticati dalle banche.

Ricordiamo che, lo scorso 5 febbraio, in occasione della Convention Nazionale del Forum Antiusura Bancaria, era presente l’on Rocco Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché il Presidente Berlusconi che, telefonicamente, aveva confermato all’on. Domenico Scilipoti, presidente del Forum, l’impegno del Governo a valutare con estrema attenzione l’opportunità di istituire un dipartimento per la ricognizione delle criticità bancarie al fine di tutelare i cittadini e le imprese vessate dalle banche.
Con un progetto estremamente elaborato e favorevole anche allo Stato (  SINTESI DIPARTIMENTO PER LE CRITICITA’ BANCARIE) si è proposto di restituire circa 50 miliardi a tutte le vittime dei molti illeciti bancari, con rate annuali, per 10 anni a carico delle Banche. Di questi, ben 20 miliardi sarebbero però rimasti nelle casse della Finanza Pubblica, a copertura del Debito Pubblico.
Ma oggi accade l’incredibile.
Con l’emendamento al Milleproroghe, nelle disposizioni concernenti il sistema bancario, all’art 2 quinquies, dopo aver espunto il punto 10 che voleva modificare l’art. 644 del codice penale, aumentando i tassi soglia previsti dalle legge antiusura, il Governo ha inserito nel maxiemendamento, un punto 9, in ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente con l’art. 2935 del codice civile.
Tale punto procede ad un’interpretazione autentica dell’art. 2935 c.c. nel senso che la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall’annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell’annotazione stessa. Questa interpretazione autentica della legge sconfessa completamente la decisione, ben più qualificata della Suprema Corte di Cassazione, con la drammatica conseguenza che i correntisti perderebbero le migliaia di cause già avviate e certe nella vittoria.
Con tale emendamento si deruberebbero le aziende di oltre 30 miliardi di euro introducendo la prescrizione decennale nella rivendicazione degli indebiti bancari, mandando così al macero milioni di cause e regolarizzando illegittimi interessi e commissioni derubate dalle Banche a valere su contratti nulli e addebiti fasulli effettuati da oltre dieci anni. 

Le conseguenze sarebbero disastrose.
Se quelle cause saranno perse, le aziende saranno costrette a pagare tutte le spese di giudizio, oltre che debiti illegittimi alle banche con la conseguenza che, con la crisi in atto, rischiano il fallimento per mancanza di liquidità. Col Milleproroghe, infatti, le imprese ottengono la concessione di 6 mesi di moratoria sulle rate dei debiti verso le Banche, per l’equivalente di 56 miliardi di euro, mentre allo stesso tempo concedono la “COMPLETA PRESCRIZIONE” DEI LORO 50 miliardi, e oltre, di maltolto anatocistico e di interessi illegittimi delle Banche, attraverso il predetto art. 2 quinquiescomma 9°.
E’ l’equivalente di un formidabile “Colpo di Stato”.
Molte voci si sono levate: il Presidente del Forum Anti Usura Bancaria, on Domenico Scilipoti, minaccia di non votare la fiducia al Governo Berlusconi sul decreto «milleproroghe». Il deputato che ha salvato il presidente del Consiglio il 14 dicembre scorso, lasciando l’Idv per approdare alla maggioranza tra i «Responsabili», adesso potrebbe mettere a rischio la tenuta dell’esecutivo.
«All’interno del decreto milleproroghe – spiega Scilipoti – è stato inserito all’articolo 2 quinquies un emendamento che è stato votato al Senato e comporterebbe dei danni irreversibili per i cittadini. In pratica si interviene con una nuova norma interpretativa in merito alle operazioni bancarie regolate in conto corrente dall’art. 2935 del codice civile, riducendo di fatto i termini di prescrizione a favore delle sole banche e contro i diritti che possono essere fatti valere dagli utenti nei confronti degli istituti per i rapporti creditizi in conto corrente».
Nel testo votato dal Senato e che arriverà alla Camera «blindato», la situazione di vantaggio che i clienti avevano maturato nei confronti delle banche per effetto della sentenza 24418 del 2010 della Sezione Unite della Cassazione – secondo cui il termine di prescrizione di dieci anni per la richiesta della restituzione degli interessi pagati in più dovevano ritenersi decorrenti dalla chiusura del conto corrente – si sancisce, invece, che la prescrizione inizia a decorrere dall’annotazione degli interessi.
In poche parole il correntista non potrà più chiedere la restituzione degli interessi versati alla banca. Questo provvedimento favorirebbe le banche per 30 miliardi di euro.
Scilipoti, quindi, annuncia: «Se la norma non sarà corretta in favore della tutela dei cittadini non voterò la fiducia sul milleproroghe. Avevo presentato un emendamento ma mi è già stato detto che non potrà passare in quanto il testo alla Camera è blindato con la fiducia. Ma se non sarà fatto niente non appoggerò la maggioranza in questa situazione e inviterò il mio gruppo a non votare la fiducia. Il Parlamento deve tutelare i cittadini e non le banche. E non può infischiarsene del codice civile approvando una norma interpretativa che di fatto lo modifica in danno degli utenti. È un fatto gravissimo e, nel caso in cui non troverò riscontri, al momento del voto presenterò una questione di pregiudiziale di incostituzionalità della norma perché va contro il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge».
Armando Miele, referente dell’AFAP, invita gli italiani ad inviare mail di protesta al Ministro Tremonti (http://www.giuliotremonti.it/email/)
SOS Utenti, (www.sosutenti.net) denuncia indignata tale manovra, rilevando l’assenza più totale delle altre Associazioni dei Consumatori e degli Utenti, nonché dei media. E sta programmando una manifestazione a Roma di tutti gli imprenditori e cittadini, accompagnati dai professionisti e difensori.
Anche l’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati) ha proposto lo stralcio dell’emendamento.
Io mi permetto di dire quanto segue.
Si parla di decreti salva-banche, per salvaguardare il sistema bancario. Mi sembra che il sistema creditizio venga agevolato, compiacendo banchieri molto vicini ai nostri politici, bistrattando e riducendo sul lastrico milioni di correntisti traditi dal sistema.
Le aziende e le famiglie italiane sono i veri pilastri del sistema economico del nostro paese e tale compressione dei loro diritti è PALESEMENTE lesiva dell’art. 3, comma 1°, della Costituzione sull’eguaglianza di tutti i soggetti di fronte alla legge.


Articolo scritto da Avv. Mary Corsi il 21 febbraio 2011

22.2.11

Confetture & Congetture

Un proverbio francese recita: "La cultura è come la confettura, meno ne hai e più la spalmi".
Se sostituiamo la parola cultura con professionalità (e relativo corollario, la cd. “meritocrazia”), ottenendo quindi una frase come "La professionalità è come la confettura, meno ne hai e più la spalmi", forse abbiamo la risposta al perchè di tutta questa mania di ristrutturazione che attualmente invade i discorsi della nostra classe dirigente. 

Non è una novità: è una storia già vista, nel corso del tempo, ogni tanto qualcuno tira fuori la parolina magica che va bene dovunque e comunque. Spesso per coprire o nascondere lo stato (pietoso) delle cose. Sto  leggendo “Occidente estremo” di Federico Rampini,  che fra l'altro illustra efficacemente come negli USA ci sia una perdita di professionalità a causa di flessibilità e precarietà del lavoro. Ne comincia a parlare partendo da chi ti aggiusta la macchinetta del caffè, passando per gli idraulici, i call center, fino ai broker di Wall Street che, secondo lui, ha fatto il botto anche per mancanza di professionalità definite e stabili (fermo restando che i manager delle banche fallite stanno ancora lì quasi tutti al loro posto). E ne parla a proposito di "declino" americano, e di conseguenza di tutto l’Occidente.
Io ho sempre avuto la sensazione, peraltro avvalorata dai fatti, che dalle nostre parti arriviamo sempre in ritardo, americanini di seconda mano, e finiamo per copiare gli USA di vent'anni prima: proprio adesso che negli States  sono già a cercare di capire dove hanno sbagliato o, quantomeno, a cambiare/correggere rotta. Per carità, mica tutti.... E però non è solo qualche "sinistro" nostrano che parla di "declino americano" e del "modello occidentale" con annessi e connessi: la stessa destra liberal americana mette sul piatto della bilancia una severa autocritica.
Spalmare la professionalità vuol dire tante, troppe cose. L'accezione in cui io la sento usata, dalle mie parti (alias, lavoro nella Pubblica Amministrazione)  è più o meno riassumibile in una frase del tipo: "Tutti devono saper fare tutto o quasi tutto, perchè tanto poi al limite c’è il computer ti fa risparmiare tante cose di poco conto". Concetto  che proprio non mi convince. Brutalizzando, mi sembra come dire "risparmiamoci di studiare l’algebra, tanto poi i conti li fa la calcolatrice". Come se i dati dovesse immetterli qualcun altro. Senza capire i meccanismi che portano alla costruzione del pensiero logico.
In realtà, l’imporre la cultura del lavoro "deprofessionalizzato" consente: 
 - di velocizzare, stile Fiat di Marchionne, anche se non si valuta la qualità del prodotto finito;
- di retribuire di meno (se tutti sanno fare tutto, non c’è bisogno di “premiare” il singolo che si impegni maggiormente) ;
- di appaltare a pezzi al miglior offerente (penso a quello che è successo con la ex  monopolista compagnia telefonica italiana, a quella aerea, od ancora al modello Marchionne).
Diventa quindi inevitabile avere, come simbolo dell’epoca, i call center coi loro operai in camicia bianca sottopagati e non tutelati. Che poi qualcuno si autonomini “servizio di qualità” (o, meglio ancora, “quality center”, fa tanto figo…..) a fronte di una offerta scarsa, salta evidente appena ci si sbatta la faccia contro.

Ieri, a causa di un problema con la rete telefonica di casa, ho dovuto appunto contattare quello della sopra citata compagnia. Una volta armatomi di cellulare e superato lo sbarramento dei dieci squilli a vuoto, mi si è aperta una sequenza più o meno del genere:

"Digiti 1. Digiti 2, poi 3, 6, 5..... "Vecchia Romagna".... attenda in linea...."Vecchia Romagna".... attenda in linea...."Vecchia Romagna".... attenda in linea...."Vecchia Romagna".... attenda in linea...."Vecchia Romagna".... attenda in linea....Pronto? Sono Toni, como posso esserle utile?
"Buongiorno. Guardi, il mio problema è che sulla mia linea telefonica l’adsl funziona, mentre il telefono resta muto. Si può fare una verifica, o al limite un reset della linea?"
"Ah, si ...sì, ah, ehmmmm ....momento, le passo....sì,  l'operatore... e abbia pazienza".
Venti minuti  di "Vecchia Romagna
"Attenda in linea, attenda in linea, attenda in linea, attenda in linea, attenda in linea, attenda in linea......"
Tu-tu-tu-tu...


Com’erano, allora, poco professionali, ai bei tempi in cui chiamavi il 182, raccontavi il tuo problema e dopo mezz’ora vedevi una sgallonatissima Panda sotto casa ed i tecnici che ti bussavano per dirti di provare……….
Confettura che grondava, e chi se ne importa se poi ti sporcavi la maglia.

10.2.11

Je so pazzo

Davvero, solo l'idea di una prossima campagna elettorale, in queste condizioni, non la reggo. 
Io davvero non ce la faccio più e non credo di poter sopportare anche una campagna di ritorno e "di riscossa" da parte di questo individuo che si è autoproclamato PdC.

Onestamente, non me ne frega nulla se una disgraziata che si sceglie un nome d'arte come "ruby rubacuori" (!!!) fosse minorenne o no, potevano anche essere tutte trentenni o novantenni, poco cambia: so solo che mi piacerebbe avere al governo un amministratore capace di governare, e non una specie di Caligola dedito alle orge. Ma mi rompe, letteralmente, la sostanza dei fatti: cioè il dover  lavorare, pagare le tasse ed avere servizi di pessima qualità a costi sempre più elevati, e contemporaneamente leggere ogni giorno di amministratori (grandi e piccoli) che tra una ruberia e l'altra passano il loro tempo in centri massaggi sulla Salaria, orgette chi con escort chi con trans, ma quasi sempre condite da polverine, pasticche o pompette, mentre io sono qui che lavoro e cerco le offerte speciali nei supermercati, mi arrovello e mi arrabatto per pagare bollette e fatture a stipendio bloccato per i prossimi tre anni mentre questi farabutti distribuiscono buste di migliaia di euro a sciami di puttanelle. Salvo poi ritrovarne alcune di queste, ben retribuite a vita da noi tutti, in prestigiosi ruoli istituzionali, a decidere inconsciamente della mia esistenza, con nessuna altra competenza se non quelle che ne hanno garantito elezione o nomina. 

Non ce la faccio più a sentire i tg che parlano (o più spesso omettono) di questa roba da fine impero.
Non reggo più il mantra che rende inguardabile ogni trasmissione in cui ci sia una/uno a libro paga che ripete il solito mantra dell'accanimento giudiziario, che snocciola numeri a pappagallo, che difende l'indifendibile, a costo di fare magre figure come quelle che tempestano lo schermo, ma che hanno l'effetto, devastante, di insinuare il dubbio. Insomma, alla Pino Daniele, "Je so' pazzo, je so' pazzo nun ce scassate 'o cazzo!".


Aggiornamento delle 14: il maestro di sci il Ministro degli esteri Frattini "minaccia" di portare il caso a Strasburgo, alla Corte Europea dei diritti dell'uomo: alias, i documenti della Procura di Milano tradotti in 4 lingue e resi ancor più pubblici. Ergo, consultabili a livello internazionale.
Chi sputtana chi?


2.2.11

Considerazioni...

E' uno sfogo personalissimo, questo parlarne qui. 
Premessa: quando nel '75 cominciai, al liceo, ad occuparmi di politica, istintivamente il mio pensiero era "di sinistra" per tutta una serie di ragioni. Da neodiciottenne, chiamato per la prima volta alle urne, fu sufficiente guardarmi in giro per capire che la logica destrorsa della mia famiglia era sbagliata. E' vero, c'erano i conflitti di classe, ma non riuscivo a capire come una famiglia di ceto medio, padre "quadro" nella industria, madre casalinga, potesse essere apertamente di destra, appena appena paludata di "voto utile" alla DC contro il Comunismo. Facendo così il gioco delle famiglie davvero abbienti, di quelle che già allora aveva casa in città, in campagna, al mare; dove non c'erano problemi a comperare auto, mobili, vestiti, moto per i figli, vacanze milionarie in luoghi esotici.
Ecco, oggi mi trovo a ripensarci e a trovarmi, nonostante le porcherie che ogni tanto emergono sulla scia del perpetuo duello D'Alema-Veltroni, ad appoggiare il "mio" PD, e di conseguenza ad eesere critico verso chi attacca pretestuosamente quello che, lo si voglia o no, è il maggior partito d'opposizione: attacchi che finiscono per perpetuare questa tragica situazione dell'Italia di oggi.
A chiunque, sia esso di destra o di sinistra, astensionista, grillino, elettore o potenziale elettore del Pd, o anche chi si spaccia per tale in malafede, una considerazione pacata.
Un'alternativa a questa situazione vergognosa per questo paese che, con l'asse pidueleghista al potere, state contribuendo ad alimentare, è possibile.
Dati alla mano, nelle regioni d'Italia in cui si vive meglio capita che, ogni tanto, la classe dirigente di sinistra-centrosinistra non sia all'altezza, come per qualsiasi istituzione umana.
In alcuni di quei Comuni l'asse PDL-Lega (e prima un certo democristianesimo) praticamente è storicamente minoranza (da qui l'alta qualità della vita). Anzi, spesso succede che alle elezioni locali si formino due gruppi di sinistra, ed il peggiore viene cacciato a pedate. A volte nascono nuovi partiti o liste civiche, a volte la coalizione si spacca e una parte viene esclusa, a volte un partito minore prende il posto della maggioranza.
E' normale, così le cose funzionano.
Ma, finchè gli elettori manterranno al potere il pidueleghismo, intorno al 40-50 per cento dei voti, non se ne esce.
Parlo per utopie, conoscendo i miei concittadini: comunque la si veda, sarebbe l'unica via d'uscita per questo Paese. Deve essere prima eliminato questo cancro inaccettabile in qualunque paese occidentale, con la collaborazione di tutti: destri veri, come quelli che hanno seguito Fini dopo la cacciata dal Regno, leghisti pentiti (che non ricadano in sbagli simili, però), centro e sinistri. Dopo, solo dopo,  potrà nascere un centrodestra degno. 
Si potrà eleggere ora l'uno, ora l'altro, in una competizione al rialzo (alla ricerca della stima dei cittadini) e non al ribasso (alla ricerca di clientele, favori, amicizie, raccomandazioni, poteri opachi e organizzazioni malavitose nei limiti del concesso dall'elettorato). Se non nascerà un centrodestra degno, avrà comunque spazio un nuovo partito di centrosinistra migliore, ed io sono il primo ad auspicarlo. Non a caso, l'idea originale dell'Ulivo di Prodi  -che ha vinto due volte su due- era la via da seguire: se, alla caduta del Prodi Uno, nel '98, si fosse andati subito alle urne, oggi il presidente del Milan sarebbe un agiato pensionato in qualche isola caraibica, Bossi potrebbe curarsi in qualche clinica svizzera, e soprattutto le condizioni generali degli Italiani sarebbero migliori, moralmente e forse anche materialmente, questo non me lo toglie nessuno dalla mente. 
Ma se sarà perpetuato questo stato di cose, quello cioè di chi vuol rieleggere quelli che in dieci anni non hanno combinato nulla di buono, davvero non se ne esce più.