31.3.11

Squadrismi?


"togliete i cartelli che sb è qui per salvarci il culo ... portatevi via questi cartelli che se si incazza quello se ne va"

"se non ve ne andate vi ammazziamo, se osate aprire quello striscione vi ammazziamo come cani"

28.3.11

Cosa succede in città

Ma è assolutamente normale che un giullare delle tv di proprietà del Presidente del Consiglio chieda a gran voce ad un gruppo editoriale PRIVATO di sospendere la pubblicazione di due supplementi del quotidiano più diffuso?

Ed è altrettanto normale che una parlamentare chieda ad un gruppo PRIVATO di licenziare la modella di uno spot solo perchè ha osato esprimere un proprio libero pensiero?


E che non ci si faccia scrupolo di speculare sulle disgrazie del terremoto aquilano con operazioni di sciacallaggio, al punto di poter parlare con assoluta tranquillità di commedia dell'orrore?


Insomma, chiamate l'espurgo dei pozzi neri.

24.3.11

Piccoli sacrifici e grandi cialtroni

Il mio Professore di Economia Politica aveva, sotto il vetro della sua scrivania in istituto, tutta una serie di fogliettini dattiloscritti, con frasi di economisti celebri. Una mi rimase impressa: recitava testualmente “Qualunque imbecille è capace di inventare e imporre tasse”. 
Era del Pantaleoni, insigne economista vissuto a cavallo dei primi del Novecento, ma, a quanto pare, strettamente di attualità, dato che nell'attuale governo non mancano nè i creativi nè gli imbecilli.
Così, alla faccia del "meno tasse per tutti" e di quell'altra colossale balla ripetuta come un mantra ("non metteremo le mani nelle tasche degli italiani"), ecco che la gabella nuova è puntualmente arrivata, con la solita scusa di una “nobile causa”: la cultura.
Ieri la notizia, come l'ho letta su Corriere.it, che copincollo: “Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto per il reintegro dei fondi destinati alla cultura: i soldi non arriveranno dall'aumento di 1 euro del biglietto del cinema, ma dall'incremento di 1-2 centesimi del prezzo della benzina. Il governo «ha rispettato gli impegni» e ha ripristinato i fondi per il Fus (Fondo unico per lo spettacolo) e ha reso strutturale il tax credit chiesto a gran voce dal mondo del cinema e dello spettacolo, ha riferito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta: «Non ho mai avuto dubbi che l'impegno sarebbe stato rispettato. Il ministro Bondi - che poi ha rassegnato le sue dimissioni definitive, ndr - e io abbiamo rispettato l'impegno».
Lo stesso Letta, poi, ha aggiunto una di quelle frasi che resteranno nella storia di questi anni infami: "Un piccolo sacrificio che tutti gli italiani saranno lieti di fare".
Allora, mentre il povero Bondi non ha più nemmeno il coraggio di farsi vedere in giro, hanno usato la faccia serafica ed azzurrina per prenderci doppiamente in giro.

Doppiamente: intanto, perchè è risaputo che un qualunque aumento dei prezzi dei carburanti incide direttamente sui consumatori, aggravando così le spese di chi è costretto ad usare un mezzo proprio per accompagnare i figli a scuola, i genitori anziani o i familiari malati a cure, visite, terapie, o per recarsi al lavoro. L'aumento delle accise, poi, ha carattere regressivo, cioè incide maggiormente sui redditi più bassi: altro che carattere progressivo e redistributivo delle imposte.....
Inoltre, l'aumento dei costi di trasporto incide pesantemente sul costo finale di beni, prodotti e servizi: e le aziende, in un momento congiunturale difficile, non potranno non riversarne il peso sugli "utilizzatori finali"  -non nel senso "à la Ghedini" del termine- , cioè noi consumatori.
Paradossalmente, nella sostanza è un tassa pagata anche da chi non possiede nè moto nè auto nè veicoli a motore: ma è un classico di questo governo, far credere che le cose riguardino sempre gli "altri".
Oltretutto, in un periodo in cui i prezzi del petrolio e derivati è alle stelle, aggravarlo di una ulteriore imposta è una scelta -economicamente- da cialtroni. 
Ma...
C'è un ma, anche stavolta. Proprio perchè il prezzo è ballerino e confuso, 1 o 2 cent non sono facilmente avvertibili, quindi si potrà continuare ad imbrogliare gli italioti coi mantra di cui sopra.
Oltretutto, il sospetto con questi è sempre in agguato, c'è da dire che non mi stupirei se, tra qualche settimana, magari scopriremo che una quota di queste entrate sarà dirottata dal FUS a finanziare la missione "umanitaria" in Libia, o a mantenere qualche altro sottosegretariato comperato in cambio di qualche voto utile a mantenre lontano dai tribunali un plurinquisito.
Come ha sintetizzato ieri un intervento sul forum: "ma cosa vuoi che siano 2 centesimi in piu' o in meno. L'importante e' che il capo non finisca in galera."
Intanto, non posso non ricordare cosa succedeva tre anni fa: e meno male che era quello "il governo delle tasse", come ripetevano (ed insistono tuttora) i pidiellini.
Cialtroni!

REINTRODOTTO IL FUS: AUMENTATE ACCISE BENZINA PER MANTENERE I GIULLARI DELLA CORTE ITALICA

REINTRODOTTO IL FUS: AUMENTATE ACCISE BENZINA PER MANTENERE I GIULLARI DELLA CORTE ITALICA: "Maffeo Pantaleoni"

22.3.11

Balle in salsa verde

Lampedusa è una meravigliosa isola del Mediterraneo, teatro naturale per bellissimi film (uno per tutti: "Respiro" di Crialese).

Ma il film di oggi è un film bruttissimo, che nessuno vorrebbe vedere.

Da un lato, una crescente tensione: l'arrivo di barconi carichi di immigrati, anche stanotte sono arrivate altre 290 persone, vestiti inzuppati dalla pioggia, alcuni in precarie condizioni fisiche, lasciati sulla banchina del molo, bloccati dalla popolazione dell’isola. Che è impegnata in un braccio di ferro col governo di cui stanno facendo le spese i nordafricani appena sbarcati. Infatti, come ha spiegato il sindaco Dino De Rubeis, il problema è legato alle tende che si trovavano a bordo del traghetto arrivato domenica mattina da Porto Empedocle: i lampedusani non le vogliono e ne hanno impedito lo sbarco. Sono stati fatti sbarcare i tir, ma sono rimasti in porto, senza che venisse montata alcuna tenda. Con una beffa per centinaia di migranti, destinati a passare un’altra notte all’addiaccio, ed una per i lampedusani, dato che per alcuni è scattata una denuncia per "interruzione di servizio di pubblica utilità". Eppure la loro richiesta era semplice: chiedono che non sia allestito un campo sull’isola, ma che gli immigrati vengano trasferiti.
Dice il sindaco: "Il governo non rispetta la popolazione e sta mettendo in serio pericolo tutti i cittadini di Lampedusa. C’è il rischio di uno scontro con le forze dell’ordine e la responsabilità è di Maroni e del prefetto Caruso. Lampedusa ha dimostrato un’accoglienza esagerata mentre il resto dell’Italia dimostra di non volere neanche un immigrato".
Ieri sera c’è stata la mediazione del ministro Alfano, ha assicurato che della questione dell’isola si parlerà al Consiglio dei Ministri in programma oggi. In ballo ci sono una zona franca per Lampedusa, riduzione delle tasse, forse dell’Iva, rimborso dei danni immagine per il turismo, una nave in rada per accogliere i migranti, nessuna tendopoli e soprattutto l’impegno a portare via da martedì 500 clandestini al giorno.
Il sindaco domenica ha anche rivolto un appello al Presidente della Repubblica affinchè intervenga nuovamente "per sbloccare la situazione e non fare affondare l’isola. (...) L’atteggiamento dello Stato è vergognoso: l’Italia sta consentendo che queste migliaia di immigrati vengano trattati come bestie, obbligate a dormire sotto l’acqua. Tutta l’Italia dovrebbe vergognarsi".

Ma l'impressione è che dietro la vicenda ci sia un governo che sta giocando con il fuoco e con la propria inefficienza. Infatti, quando sono arrivate le prime barche di tunisini in fuga dal loro Paese, Maroni per giorni si è rifiutato di aprire le porte del Centro di assistenza di Lampedusa, sostenendo che "accogliere gli immigrati rappresenterebbe un segnale pericoloso che indurrebbe altri a venire in Italia".
Cioè, meglio nasconderli distribuendoli in altri Centri: tesi bizzarra, tipicamente leghista, che dopo qualche giorno è stata sconfessata dallo stesso ministro, oltre che dai fatti.
A quel punto si è aperto il Centro, che può accogliere 800 persone, a circa 2.000, facendo dormire la gente per terra. Adesso siamo a quasi 5.000 presenze, ed il governo non ha più spostato nessuno. La motivazione ufficiale addotta è che "non c’è posto altrove".
Eccola, l'ennesima balla: i profughi arrivati ultimamente in Italia sono 14.000 in totale, meno della metà dei 32.000 arrivati nei primi tre mesi del 2008 (governo Prodi), prima cioè dell’accordo con Gheddafi. Allora, perchè tre anni fa abbiamo accolto 32.000 persone senza fare tanto casino, ed adesso che sono meno della metà non ci sono più posti?

Allora il dubbio è che si voglia forzare la vicenda, da un lato per dimostrare all' Unione Europea che non riusciamo a gestire l’esodo, e che quindi se li devono prendere in carico anche altri Paesi; dall'altro, che si vogliano sfruttare questi poveri profughi per ricreare in Italia la psicosi immigrazione, e poterla sfruttare elettoralmente a vantaggio leghista.
Se in linea di principio la ripartizione degli immigrati tra i vari Stati europei ha un senso logico, perchè la Germania poco tempo fa si è dovuta fare carico da sola di ben 90.000 profughi dai paesi dell’est senza che nessun altro Stato europeo (in primis l’Italia) muovesse un dito? E "l'invasione" della Francia (che pure sul tema immigrazione gioca sporco) con 50.000 persone dalle ex colonie?
La Germania ha accolto 6 volte, la Francia 4 volte,  i profughi di cui stiamo oggi ragionando, senza starnazzare come sta facendo il governo italiano. Maroni e compagni di merende farebbero bene a fissare un tetto di accoglienza perlomeno analogo ai 32.000 di tre anni fa, ed organizzare strutture adeguate e degne di un Paese civile, e nel frattempo cercare una soluzione a livello europeo di comune solidarietà. C'era riuscito il ministro Amato, senza pose miracolistiche o proclami ad uso mediatico-elettorale.
Altro che pattugliamenti e respingimenti con la forza, come chiedono a viva voce leghisti & complici di governo, altro che bloccare 5.000 esseri umani a Lampedusa e farli dormire seminudi sul molo.
Questa è solidarietà umana verso chi fugge dalla guerra.
Poi, visto che sono al governo, i berlusleghisti facciano quello che rinfacciavano di non fare all'esecutivo di Prodi: sviluppino cioè iniziative economiche e imprenditoriali nei Paesi del Maghreb, attraverso opportuni investimenti che aiutino le nuove democrazie a decollare.
Aiutarli a casa loro, come dicevano tre anni fa. Che non significa regalare 5 miliardi di euro al Colonnello libico.

Ma....c'è un ma: l’Italia è uno Stato moroso e perennemente in ritardo nei versamenti previsti dagli accordi internazionali di cooperazione che pur abbiamo sottoscritto. Senza dimenticare che per ottenere aiuti dalla Ue occorre anche avere quella credibilità che purtroppo il governo del “bunga bunga” non ha nel consesso internazionale.
Morale: chi ci rimette come al solito sono i più poveri, sia quelli costretti a dormire sui moli a Lampedusa, sia i Lampedusani stessi, segati nelle proprie prospettive di vita, lavoro e reddito (l'isola vive anche di turismo, non dimentichiamolo: presentarla come l'inferno in terra, come si compiacciono più volte al giorno i tg di regime non giova..) perché l’Italia ha scordato le parole solidarietà ed efficienza. 

18.3.11

Dove pasteggiano gli sciacalli?

Vediamo un po'...
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AGI News On - NUCLEARE: PRESTIGIACOMO, PROGRAMMA ITALIA NON CAMBIA

20:11 14 MAR 2011

(AGI) - Bruxelles, 14 mar. - L'allarme nucleare dopo il terremoto in Giappone non cambia la politica italiana sul nucleare: lo ha ribadito a Bruxelles il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo"La linea italiana rispetto al programma nucleare chiaramente non cambia - ha detto in una conferenza stampa in occasione del Consiglio dei 27 ministri dell'Ambiente in cui si e' affrontato anche il dramma giapponese con un'informativa - seguiamo con sgomento e partecipazione la situazione in Giappone, senza nessuna sottovalutazione. Ma neanche si deve speculare: non era ancora finito l'effetto dello Tsunami che gia'in Italia gli antinuclearisti sfruttavano la catastrofe a fini domestici, questo e' sciacallaggio politico".

E poi....il governo dei sondaggi ha capito che aria tira, evidentemente ha calcolato di perdere un paio di assessori alle prossime amministrative: allora, contrordine, camerati!

Infatti:

Nucleare: Prestigiacomo, e' finita
Colloquio con ministro Tremonti, non possiamo rischiare elezioni

17 marzo, 19:16
(ANSA) - ROMA, 17 MAR - "E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate". Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo si ferma a colloquio con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il sottosegretario Paolo Bonaiuti, e indica la strategia per l'uscita dell'Italia dal nucleare. Tremonti ascolta la collega con interesse nei corridoi di Montecitorio. "Bisogna uscirne - aggiunge Prestigiacomo - ma in modo soft. Ora non dobbiamo fare niente. Si decide tutto tra un mese".
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Servono commenti?

15.3.11

le cose che arrivano dopo
ti riempiono il tempo di rabbia e preghiere.
che,hai voglia ad avere pazienza, e tenere le braccia incrociate e aspettare.
arrivano dopo.

le cose che arrivano dopo
ti aspettano loro nascoste per bene.
ci passi davanti ogni sera, ti spiano in silenzio, ti sono vicine.
ma arrivano dopo. arrivano dopo.

e chiedi fortuna a fortune che lasciano in fretta
e finisci all’oblio.
e il cielo perdona persone, che averlo saputo,
tradivo anche io...

e torni con gli occhi sciupati,
le lame sul cuore e due taglie di meno.
il giorno che sto per partire per sempre
e che non ti penso nemmeno. 

e torni quel giorno d’aprile
e non me lo spiego che senso ti dai.
se non che le cose che arrivano dopo
è meglio non chiederle mai.

le cose che arrivano dopo
le leggi nel fondo di un cuore che ama.
ti mettono al muro e ti spiegano il senso di quelle che arrivano prima.
ma arrivano dopo.

e chiedi fortuna a fortune che lasciano in fretta
e finisci all’oblio.
e il cielo perdona persone, che averlo saputo,
sbagliavo anche io...

e torni con gli occhi sciupati,
le lame sul cuore e due taglie di meno.
il giorno che sto per partire per sempre
e che non ti penso nemmeno.

e torni quel giorno d’aprile
e non me lo spiego che senso ti dai.
se non che le cose che arrivano dopo
è meglio non chiederle mai.

non chiederle mai. non chiederle mai. 

14.3.11

Chiagne (miseria) e fotte....





Personalmente sarò anche prevenuto nei confronti di questo esecutivo, ma leggendo tra le righe, ed al di là dell'ottimismo di facciata, ci si accorge sempre più che il governo Berlusconi sta svuotando il [già magro] fondo destinato alle attività culturali.

Non si tratta più di un taglio imposto dalla crisi economica [quella che era solo "percepita", "invenzione dei giornalisti di Repubblica", creata dai "menagramo della sinistra", ma dalla quale eravamo "usciti prima e meglio degli altri"] ma di un vero e proprio sabotaggio che porterà alla chiusura di enti lirici, di teatri, di musei, e persino di Cinecittà Luce, il grande e prestigioso archivio della memoria e in sostanza  della identità nazionale.

Sia la Finanziaria che il Milleproroghe hanno "tagliato", al punto che persino il latitante Bondi non ha più il coraggio di mettere il naso fuori di casa, dato che il suo incarico partitico ed il suo ruolo zerbinante gli impediscono di esternare la propria rabbiosa impotenza nei confronti del governo presieduto dal suo amico del cuore, ed in un qualunque confronto pubblico verrebbe fatto a pezzi da qualunque interlocutore [tranne forse qualche illuminato parlamentare del PD in un salotto tv preoccupato di apparire troppo burbero].

Allora, la domanda seria è: i soldi mancano davvero, o piuttosto non si vogliono trovare?
Perchè il grandioso conflitto di interessi di cui questo governo è espressione si ripercuote anche nelle cose apparentemente più piccole: non so se sia un ordine impartito dal Padroncino, o se appena si profila anche solo l'ipotesi di torcergli un cent scatta l'autodisciplina, ma sia alla Camera che al Senato la maggioranza ha respinto tutti gli emendamenti che puntavano ad introdurre, sul modello francese, una modestissima tassa di scopo a carico dei grandi gruppi telefonici e televisivi da destinare proprio al fondo unico per lo spettacolo.
Si trattava di obbligare le emittenti televisive ad investire il 10% del fatturato (15% per l'emittente pubblica) nella produzione, programmazione ed acquisto di film, documentari e spettacoli di produzione nazionale, e di versare nel FUS una quota minima (1 o 2 € annui) per ogni abbonamento alla tv a pagamento, alla ADSL e chiavette per internet, al VoIp.
Non si è potuto, nè voluto fare, perchè come ha dichiarato candidamente un deputato pidiellino, che ha chiesto ovviamente al giornalista del Corsera di restare anonimo, "non vi rendete conto che c’è di mezzo anche Mediaset”, quasi offeso che si potesse solo pensare di bestemmiare nel Tempio.
Poi, si sa che anche la Cultura, lo Spettacolo e lo Sport, come del resto la Scuola pubblica, è in mano a quelle "èlite di merda della sinistra", che si permette di dissentire o peggio ancora dissociarsi dal Sommo.
Si è preferito maggiorare di 1€ il biglietto del cinema (esclusi quelli parrocchiali, toh..) che già di suo soffriva di emorragia di spettatori, complice anche la crisi di cui sopra. Non, magari, una addizionale sulle tasse di soggiorno degli yacht, o sul bollo delle vetture sopra i 2500 cc. , no: ce la si prende con il tartassato cinema.

Allora, si penserà, se non entrano soldi tagliamo gli sperperi: ma il governo, nel tentativo di oscurare i quesiti sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento, e per evitare che i quesiti referendari possano raggiungere il quorum, rivelandosi così una sconfitta per la maggioranza ed i suoi interessi, ha invece deciso di sdoppiare gli appuntamenti elettorali (a maggio ci sono le amministrative in molti comuni) con un aggravio dei costi pari ad oltre 300 milioni di euro. Soldi con cui si potrebbe finanziare per intero il fondo per lo Spettacolo, per la cultura, e magari resterebbe anche qualcosa da investire nelle biblioteche pubbliche.
Fingono di piangere miseria, ma sputtanano soldi solo nel loro interesse, Lega in prima fila. Avete mai sentito un ministro leghista parlare di Cultura?

Questa è la loro moralità, il loro "fare".

11.3.11


Tutti, da bambini, avevamo un sogno. 
Chi si vedeva astronauta, chi si sentiva predestinato a diventare idolo delle folle per un goal nella finale di un Mondiale, chi voleva costruire ponti, chi studiava da principessina o da attrice acclamata da folle adoranti ed imitata da uno stuolo di ragazzine, chi trovava la cura per tutte le malattie del mondo. 

Io invece, già consapevole dei miei limiti, avevo un sogno, anzi due: volevo diventare invisibile, magari scoprendo la apposita vernice, e trovare la maniera di viaggiare nel tempo. 

Crescendo, poi, chè certe cose te le porti appresso, ho passato ore ed ore a leggere e rileggere qualunque cosa riguardasse Nicolas Flamel, l'alchimista francese del '400 che, se dovesse aver ragione, dovrebbe essere ancora vivo, dato che aveva concentrato i suoi esperimenti di alchimia, oltre che sulla vernice che rende invisibili, anche sulla pietra filosofale e sulla immortalità. Mi aveva colpito il fatto che, quando fu violata la sua tomba, forse per carpirgli qualche eventuale segreto, essa fosse stata trovata vuota: chissà. 

Ecco, da ragazzo sognavo di rintracciare, da una qualche parte, le sue pergamene. Magari quelle in cui si spiegava anche come trasformare il piombo in oro, dato che qualche soldino in tasca non arreca certo danni. Sull'onda dell'entusiasmo, poi, mi incantavo davanti alle carte nautiche del mio padrino di battesimo, grande amante del mare, che sacrificava le sue ferie andando in giro alla ricerca di navi scomparse nel Mediterraneo. Già mi vedevo, viaggiatore nel tempo, invisibile clandestino, a segnare i punti dove recuperare carichi d'oro dai galeoni naufragati alle Antille. Immaginavo di attraversare le Rocky Mountain ed inciampare in un'enorme pepita, di quelle che neanche Zio Paperone nel Klondike. 

Oggi, ho rinunciato al viaggio nel tempo, la mia invisibiltà è ampiamente surrogata dall'anonimato, ma ho trovato l'oro: ho capito che la mia dotazione aurea necessaria, la vera ricchezza, è quell'oro del disco solare che si mostra alla mattina sulla linea del mio sguardo, e che mi basta per sognare fino alla luce della luna.

9.3.11

Se no i xe mati..........

"PADOVA - Supera un'auto in modo non regolamentare e quando i Carabinieri di Campodarsego gli contestano la multa esibisce una carta di circolazione veneta anzichè italiana, con tanto di timbri dell'Onu, ottenuta nella sua qualità di presidente dello «Stato di Padova della Repubblica veneta». Per tutta risposta i militari, come riportano i giornali locali, portano Gabriele De Pieri, 43 anni, in caserma, per contestargli una serie di verbali di multa, oltre a una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. «Ho esibito la nuova patente veneta - racconta l'uomo - non valida, dicono. Ma io ribatto che a casa nostra è validissima e che qui loro non hanno sovranità». De Pieri è talmente convinto della sua tesi da aver fatto verbalizzare ai Carabinieri di dichiararsi «cittadino del popolo veneto e titolare di sovranità originaria» e in quanto tale non asservito «all'autorità dello Stato italiano». I verbali di multa sono stati scritti, ovviamente, in italiano, lingua che il venetista dichiara di non saper leggere e per questo di aver richiesto una traduzione in veneto. Anche per questo De Pieri annuncia di volersi rivolgere alla Corte Europea dei diritti umani."
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"MILANO - Chiesti aiuti a Gheddafi per creare la Padania? «Ma vi pare. Per fortuna abbiamo tantissimi uomini e le armi si fanno in Lombardia». La risposta di Umberto Bossi a un cronista che chiedeva un commento alle parole che il rais libico avrebbe pronunciato durante un'intervista a una tv francese - il leader leghista gli avrebbe in passato chiesto aiuto per la secessione della Padania - scatena una polemica politica. Gheddafi, ha aggiunto il capo della Lega Nord, «è un gatto che sta affogando e si arrampica sui vetri. La storia dimostra che chi spara sulla sua gente finisce male. Ricordate il re Umberto I ucciso a Monza»."
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Questi, i fatti [specifico: nel senso di avvenimenti, non particpio passare del verbo "farsi"]. 

Che dire? Rimango basito: da un lato, il primo tipo mi starebbe anche simpatico, me lo immagino alla Festa della birra con l'elmo cornuto e le preghiere al dio Odino. 
Ed il Senatur ci ha abituato a queste sparate, è il suo popolo che lo segue in queste fandonie.

Ma dall'altro, non posso ricordare che anche la Lega, agli inizi, sembrava un fenomeno da baraccone: ma dopo vent'anni, di cui molti passati al governo, mi sembra un tumore che sta oramai andando in metastasi, portandosi dietro le misere sorti della mia Nazione. Oltretutto, producendo questi somari raglianti sparsi un po' in qua e la, o disseminando trote in acquarii ben nutrienti.


Però, quasi quasi...
Si, mi faccio una repubblica di casa mia, e quando arrivano le bollette delle utenze o scadono le rate del condominio mi rifiuto di pagarle, e mi rivolgo alle Nazioni Unite: e se va male, mi faccio prestare uno "sciopo".



PS: a proposito del Trota....ennesimo figurone...



3.3.11

Bugiardo e incosciente

Ieri la Camera ha confermato la fiducia al governo approvando la risoluzione di maggioranza relativa al testo sul federalismo fiscale municipale, come da ordini della Lega. Questo, dopo che in Commissione la delibera era stata respinta.

La risoluzione è passata con 314 sì , 291 no e 2 astenuti. Grazie al regolamento della Camera, il Governo non è caduto (al Senato, senza la maggioranza assoluta dei seggi  -e non dei presenti-  si torna a casa, Prodi docet).

Il contumace del Consiglio era in aula alla Camera con il fazzoletto verde della Lega nel taschino della giacca.
Subito dopo il voto di fiducia, racconta Giacomo Stucchi, «Maroni mi ha preso il fazzoletto e l’ha messo nel taschino di Berlusconi».
Cosi il premier è passato dalla pochezza politica del suo governo alla pochette verde nel taschino.
Il Contumace ha ostentato poi la solita apparente soddisfazione per il risultato ottenuto, anche se 314 non rappresenta la maggioranza assoluta dell’Aula: «Sono tranquillo, sapevamo che c’erano alcuni malati e due in missione. Altrimenti saremmo a quota 322».

Anche se in realtà i voti mancanti all’appello sono stati solo 5 (un leghista non ha votato, due pidiellini erano assenti e due in missione) e quindi, anche se fossero stati tutti presenti, la maggioranza sarebbe stata di 319 voti e non 322.

Ad astenersi sono stati i due deputati delle Minoranze linguistiche, Brugger e Zeller.
I deputati in missione erano sette, di cui due del Pdl (i presidenti di commissione Gianfranco Conte e Paolo Russo), Salvatore Lombardo e Carmelo Lo Monte dell’Mpa (che pure aveva svolto la dichiarazione di voto per il suo partito), la Liberaldemocratica Daniela Melchiorre, Luca Volontè dell’Udc e Mario Brandolini del Pd.
A non partecipare al voto sono stati in 15.
Per la maggioranza erano assenti Giancarlo Abelli e Giuseppe Palumbo del Pdl, Daniele Molgora della Lega, Antonio Gaglione e Calogero Mannino del gruppo Misto.
Quanto all’opposizione, non hanno risposto alla chiama Andrea Ronchi e Giulia Cosenza di Fli, Roberto Commercio e Ferdinando Latteri dell’Mpa, Sergio Piffari di Idv, Marco Fedi e Maria Paola Merloni del Pd e Anna Teresa Formisano e Luca Volontè dell’Udc.
Alla chiama non ha risposto neppure il liberaldemocratico Italo Tanoni. 
L’unico gruppo presente con il 100% dei suoi deputati è stato Iniziativa Responsabile.
Solo all’ultimo momento il governo ha recuperato il dissenso dei 10 deputati di Noi Sud di Micciché, impegnandosi a non tagliare le risorse sull’eolico, altrimenti l’esito del voto sarebbe stato disastroso.
Senza contare che anche nel gruppo dei Responsabili sono in diversi ormai a manifestare palese malumore per le mancate nomine a ministri e sottosegretari.
Una situazione di disagio che non promette nulla di buono per il futuro.
Nel frattempo il Contumace e i suoi compagni di merende leghisti hanno festeggiato al motto “più tasse per tutti”, sventolando le bandiere verdi miseria.