12.1.11

Pensieri P2011

Primo pomeriggio, oggi, in cui metto piede in un centro commerciale, il solito, quello pomposamente battezzato come l’illustre monumento cittadino (il che, peraltro, dovrebbe far riflettere su come i nostri tempi siano andati deteriorandosi sempre più). Ed è la prima volta, i periodi delle feste e delle spese obbligatorie sono stati sterilizzati, in base al principio del “non ci metterei piede neppure con una pistola alla tempia”. Saldi? Che saldi? Per comperare roba inutile solo perché ti vendono, insieme ad essa, l’illusione di risparmiare o di spendere poco?
Mi guardo in giro, gli ampi spazi desertificati sono un contrasto troppo stridente con le resse dei giorni passati. La prima cosa che mi salta agli occhi è come gli scaffali dei generi “primo prezzo” siano desolatamente vuoti; viceversa, restano montagne di pseudo panettoni e pandori farciti con le cremine più improbabili, anche se in offerta ad un euro e qualcosa.
Come passa il tempo, ripenso al pomeriggio del Primo dell’anno 1984, quando con mille lire mi comperai un panettone “in offerta” che, pranzo unico per il povero cristo chiamato al sacro dovere di difendere la Patria, mi sgranocchiai sin troppo avidamente sui gradini del duomo di Amalfi. Ma tant’è, quel sapore di fame così deliziosamente nascosto in modo utilitaristico è chiuso a chiave nei fantasmi del passato.
Forse.
Mi guardo in giro, pochi carrelli, poca spesa: pensionati che guardano, valutano, soppesano frutta e verdura dalla provenienza inutilmente esotica, venduta a prezzi in valuta pregiatissima, e decidono di poterne fare a mano. La famiglia mediorientale, coi piccoli che parlano un italiano invidiabile, ed il padre che fa da interprete per la mamma col suo velo dai colori talmente vividi da sembrare illuminati da un’altra luce. I piccoli stanno cercando di contrattare l’acquisto di una scatola di costruzioni, ed all’assenso dei genitori si illuminano di luce propria, la posa nel carrello ha un sapore quasi ieratico, tra sorrisi e danze gioiose.
Mi avvicino, antico vizio, all’area tecnologica: toh, sono ricomparsi i decoder da 19,90 € che , nei giorni del temutissimo switch-off, erano oscurati dalle montagne in “offerta” a prezzo (almeno) doppio. Od occultati da abili venditori, chissà. Un tizio protesta con l’addetta: la tessera Premium in regalo col decoder comperato domenica scorsa (capirai, c’era lo sconto del 20%, se si sopravviveva alle risse alla ressa) è scaduta il 31.12, quindi prima della vendita. “Scriverò una letteraccia al Carlino”: l’abilità di certuni nello sbagliare interlocutore meriterebbe un premio a parte. Batte il piedino, nell’attesa, quell’altro, quello che sta per firmare chili di moduli per comperare a tasso zero un inutilissmo televisore 3D, gravandosi per i prossimi anni di un balzello tranquillamente evitabile se qualcuno lo facesse riflettere sul fatto che è una tecnologia ancora in evoluzione, e che al momento attuale nessun sano di mente passerebbe tempo a guardarsi tutti i giorni “Avatar”: ma tant’è, non è un problema mio, come mi viene rinfacciato.
Più in là, un sano e solido gruppo di ragazzotte ride e schiamazza a proposito di jeans, di maglie dai colori choc, di cerchietti per i capelli, e dell’impatto devastante che l’accozzaglia produce su una di loro, oggettivamente la meno bellina: che peraltro, ai miei tempi, sarebbe stata manna dal cielo, rispetto alle suorine neppure troppo travestite che circolavano in giro, perlomeno per noi che non frequentavamo gente “coi soldi”.
Così, alla fine, comperate quelle quattro scemenze per cui ero arrivato fin là, compresa quella fantasmagorica padella wok che il depliant prometteva a € 13punto90, e che la massa bellamente ignora, vado a pagare saltando la cassa “umana” per ricorrere al diabolico “spesa e vai”, sistema studiato –nel mio egocentrico vittimismo- per rendere ancora più evidente la mia goffaggine: ma da qualche parte bisogna pur iniziare.
O finire.

7 commenti:

  1. Decisamente qui tira un'aria che mi piace. Il panettone divorato ad Amalfi mi ha commosso e insieme ricordato che, sì...ci sono stati momenti in cui anche un panettone scontato aveva un sapore di peccato gioioso. Vedo che anche tu noti poi il mistero dei "carrelloni" scomparsi. Pure qui. Fino a un paio d'anni fa detestavo andare al super in orari canonici (o di sabato) per quei mostruosi carrelli formato famiglia da cui straripava di tutto e mi costringevano a una coda lunga e curiosa "Ma quanto mangiano questi?". Ora tutti smilzi, code veloci e stesse scene ai banchi di frutta e verdura: ci si spia, quasi...l'altro giorno c'era una signora che letteralmente mi seguiva dopo avermi visto scartare delle arance a peso per scegliere quelle a rete molto meno costose e forse migliori (si può pagare 1,50 € in più arance grosse come meloni, tutte buccia e semi, solo perché sono "naturali", cioè senza cere di protezione? Che tanto mica uno si mangia la buccia, no? O perché hanno le foglie? Che pesano a prezzo di arance pure quelle ma fa tanto fico...Caro Massimo, mi sa che i carrelli della spesa parlano lingua di verità senza parole...

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  2. Ross, ti capisco. Nello specifico della frutta (io non ne compro nei supermercati, c'è una azienda agricola che ha aperto un punto vendita abbastanza vicino al mio ufficio) mi ha colpito il fatto che i "miei" pensionati avessero preso e messo nel sacchetto delle pere che costavano, in pratica, oltre un euro l'una. Dopo averle pesate e verificato il prezzo, le hanno riposte nei cestoni. Poi, non capisco perchè in una provincia agricola come la mia si debbano comperare le mele del Trentino o dal Cile, o le orribili zucchine spagnole che, per me, sanno da pesce marcio.
    Sui carrelloni, beh, quando in una Iper aumentano dell' 8% gli scontrini emessi, ma le vendite complessive diminuiscono dell' 1,2% nonostante l'aumento dei prezzi, qualcosa vorrà pur significare. E staimo parlando, sia tu che io, di regioni "ricche": immaginati le altre.

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  3. Sì, infatti. A parte le mele del Trentino, che sono invece le uniche che compro, insieme alle patate trentine e al pane di segala che solo in Alto Adige sanno fare senza infilarci lieviti o altre porcherie che non siano farina, acqua, sale. Forse pesa nelle scelte anche il conoscere (per contatti di lavoro) molti dei produttori trentini e di apprezzare la serietà e la qualità dei loro effettivi controlli sulla filiera alimentare che mi fanno essere fedele alle loro mele e alle loro patate.Sono un paio d'anni che sono diventata carogna con frutta e verdura che non si capisce perché dobbiamo importare dall'altro capo del mondo, quindi solo produzione italiana e il più vicino possibile. Quando riesco, vado anch'io a un banchetto del mercato qui vicino dove tutto è decisamente più buono e con 10 euro porto a casa la spesa di frutta e verdura per tutta la settimana. Il problema è che il mercato è al mattino e che di solito sono al lavoro, quindi non mi è così facile. Poi mi diceva una collega che, sempre qui vicino, ogni giovedì pomeriggio c'è una specie di mercato dei produttori con verdure di stagione freschissime. Però, uffa! lei ce la fa perché fa il part-time al mattino; io non ci arrivo nemmeno correndo per arrivare prima che sbaracchino tutto...Poi, la prossima primavera, voglio fare un tentativo di coltivazione insalata in un angolo del giardino: sai che bello se mi riesce?

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  4. Ross, una precisazione: citavo le mele del Trentino -peraltro buonissime- per il solo fatto che la mia provincia è tuttora, statistiche alla mano, la maggior produttrice di mele d'Italia. Solo che mi sfugge il meccanismo per cui l'estate scorsa trovavo a Parigi le mele estensi a 0,90 al kg., mentre qui le pago 1,20.

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  5. incredibile...Qui le paghi di più perché paghi il volo di ritorno di quelle vendute in eccesso e sulla carta a Parigi? E' la stessa perversione che mi fa chiedere come mai trovi al mercato le mele cat.1, cioè le più grandi e belle, a 3€ per 3 kg mentre al super trovo a 1,20€ al kg quelle, stesso tipo ma Cat. C, cioè quelle sempre buone ma piccole e ammaccate...Pago il sovraprezzo per l'esposizione sotto le luci al neon? In più ti tocca prendertele, pesartele e insacchettartele. Al mercato me le mettono direttamente nel mio borsone e con una gentilezza impagabile. Boicottare i supermercati sarebbe una bella vittoria..

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  6. Ehi, ma mica avevo capito che eri tu :)))

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  7. Oui, mademoiselle, c'est moi.. :)

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