17.4.14

"L'ozio come stile di vita" di Tom Hodgkinson.


Cito dalla prefazione: 
"Oziare significa essere liberi, e non soltanto di scegliere fra McDonald's e Burger King o fra Volvo e Saab. Significa essere liberi di vivere la vita che vogliamo fare, liberi da capi, salari, pendolarismo, consumo, debiti. Oziare significa divertimento, piacere e gioia. C'è una rivoluzione che sta fermentando, e la cosa grandiosa è che per prendervi parte non dovete fare assolutamente nulla."

Chi vive solo per lavorare quindi è un miserabile, chi ozia un rivoluzionario.

Paul Lafargue, genero di Karl Marx, scriveva nel suo libro "Il diritto all'ozio": 
"Una strana follia possiede le classi operaie delle nazioni in cui domina la società capitalistica. E' una follia che porta con sé miserie individuali e sociali che da due secoli stanno torturando la triste umanità. Questa follia è l'amore del lavoro, la passione esiziale del lavoro, spinta sino all'esaurimento delle forze vitali dell'individuo e della sua
progenie".

Il lavoro nobilita il capitalista, il manager, il finanziere e immiserisce il lavoratore dipendente, il precario, il co.co.co. che assomiglia sempre più ad una bestia in gabbia. 
Una bestia che deve sviluppare enormi quantità di lavoro per rimanere in vita.
Prendete la vostra ora di noia quotidiana, senza fare nulla, guardando fuori dalla finestra o il soffitto. E' la vostra ora d'aria, quella che viene concessa anche ai carcerati. Insegnatela ai vostri figli, spiegategli che non far niente, non avere nessuno che ti dica cosa devi fare è importante.
L'ozio è il padre e la madre di tutte le idee migliori. Andrebbe insegnato a scuola, come ora di meditazione. Siamo dentro a un meccanismo che ci impedisce di pensare, un tapis roulant dalla culla alla tomba. 

Fermi! 
Fatelo adesso: non fate nulla.