31.3.12

Da ora in poi

Potrei anche raccontare uno dei [tanti] episodi che hanno contribuito alla mia involuzione di carattere, quelli che, richiamati al pensiero, si rigenerano come piante di gelso dopo ogni temporale estivo. Di una delle tante, troppe volte in cui ho dovuto come fermare il respiro, e sperare che al cuore giungesse poco ossigeno.

Per cominciare, una delle canzoni che profumano di gelso e fermano il respiro:




Sai quando ero un ragazzo alle scuole superiori
che tu ci creda o meno
volevo giocare a football per l’allenatore
e tutti i ragazzi più grandi
dicevano che era cattivo e crudele
ma sai
volevo giocare a football per l’allenatore
dicevano che ero troppo gracile
per giocare in attacco
perciò gioco come ala destra
volevo giocare a football per l’allenatore
perché sai che un giorno, amico
dovrai tenerti dritto in piedi
altrimenti cadresti
e finiresti per morire
e il tipo più duro
che io abbia mai conosciuto stava
sempre di fianco a me
perciò dovevo giocare a football per l’allenatore
fratello, volevo giocare a football per l’allenatore
Quando te ne stai tutto solo
nel bel mezzo della notte
e scopri che la tua anima è stata messa in vendita
E cominci a pensare
a tutte le cose che hai fatto
e cominci a odiare proprio tutto
Allora ricordati della principessa
che viveva sulla collina
e che ti ha amato anche se
sapeva che stavi sbagliando
e proprio ora potrebbe
arrivare splendente
e la …
… Gloria dell’amore, la gloria dell’amore
la gloria dell’amore
potrebbe arrivare
Quando tutti i tuoi amici da strapazzo
se ne sono andati e ti hanno fregato
e ti parlano dietro le spalle dicendo che tu
tu non sarai mai un essere umano
allora ricominci a pensare di nuovo
a tutte le cose che hai fatto
e a questo e a quello
e tutte le varie cose
te le rivedi in modo diverso
Allora ricordati che la città è un posto divertente
qualcosa di simile a un circo o a una fogna
e ricordati che gente diversa
ha gusti differenti e la ….
… Gloria dell’amore , la gloria dell’amore
la gloria dell’amore potrebbe capirti
si ma ora
la gloria dell’amore, la gloria dell’amore
la gloria dell’amore potrebbe capirti
Ora io sono un bambino di Coney Island
Voglio mandare questa
a Lou e Rachel
e a tutti i ragazzi al 192 di PS
Amico, giuro che mollerei
tutto per te







29.3.12

Grazie perchè

Allora: fonti solitamente ben informate mi riferiscono che sia il fiumeazzurro che questo porto delle nebbie finiscono in spam (e con essi, il miserrimo miserabile autore) perchè un qualcuno non meglio precisato li mi ci segnala a Blogspot come "spam" o spammer, o comunque come insano portatore di una qualche scorrettezza rispetto ai termini contrattuali. 
Io non so chi sia quest'essere che si prende la briga di bollare me ed i diarii: posso solo augurare a questa personcina di avere una esistenza molto migliore di chi sia costretto a ricorrere a questi mezzucci per riempirsi le giornate. Come diceva Marcello Marchesi in un suo noto aforisma: "Chi si diverte con niente ha fantasia, chi si diverte con poco è un fesso". 

Per cui, cara bella personcina che si diverte con poco, accetta il mio augurio ed un consiglio: fai qualcosa per la tua salute, curati, fatti vedere, esci di casa ogni tanto, insomma cerca di vivere e di non essere solo una mera sopravvivenza anagrafica. 
Hai tutto da guadagnarci.

21.3.12

Non è tutto oro ciò che luccica


Ilfenomeno è a dir poco impressionante: non ci avevo mai fatto caso prima, poi unincontro casuale [ed un commento di Leira nel post precedente] hanno dato ilvia alle considerazioni. Riassunte in una sola parola (in origine erano due, male necessità del marketing hanno compresso in una sola. E non solo le parole,sono compresse): i compraoro.
Spuntanocome funghi, se persino nella cittadella -che per quanto riguarda l’aperturamentale è in pratica una comunità Amish ma che ama girare in Suv- se ne contanoalmeno una decina. Uno di questi, ed ecco l’incontro casuale, è di proprietà diun tizio che è talmente convinto della propria avvenenza da riempire col suofaccione le fiancate dei bus e decine di minuti di televendita sulla tv locale.Ad occhio, non credo abbia profondi studi di fisiognomica, ma poco o nullaconta. Conta, invece, che il suo negozio sia sempre pieno. Così, mentre lo vedo“di pirzona pirzonalmente” , vestito di eccellente fattura, occhiale alla moda,orologio che è più oro che logio, sorbirsi avidamente un eccellente e riccoaperitivo, penso che dietro quel bicchiere ci siano storie di affitti,bollette, mutui, spesa alimentare, figli da crescere e far studiare.
Tuttequelle voci di bilancio, insomma, difficili da sostenere quando la crisicolpisce, e colpisce duro.
Per questo sempre più spesso si tende a far ricorso alla vendita dei gioielli edell’oro usato in cambio di denaro liquido. E dove c’è il miele, arrivano le api.In realtà, pare che aprire una bottega del genere non sia una impresa troppocomplicata: basta trovare una vetrina  odun insegna ben colorate, la scritta “compro oro” a caratteri cubitali[ovviamente dorati], un po’ di cartellonistica ed un passaparola nei postigiusti, ed il gioco è fatto . Il boom è generato anche da una normativa dallemaglie larghe: non si paga l'Iva perché l'attività è considerata "dirottamazione". Il registro di carico e scarico merce è l'unica"prova" del passaggio di proprietà dell'oggetto preso in carico. El'unico obbligo di legge, la registrazione dei dati del venditore, spesso vieneignorato. Non nel caso dell’ Avvenente, che invece è di una correttezzaesemplare: ci ho accompagnato, un po’ per curiosità un po’ per doverosaassistenza, mia madre che doveva vendere un po’ di cose legate a ricordi dacancellare.
Emi ha stupito la coda: tra dentro e fuori, almeno una decina di persone.
Persone,e le storie che si portano dietro.
Conmolto pudore, peraltro: ma non è difficile intuire che si tratta comunque dipersone cui il reddito o la pensione non bastano di fronte ad una spesaimprevista, e che cercano di far quadrare il bilancio senza intaccare i semprepiù risicati risparmi rinunciando a qualche oggetto ormai in disuso.
Come nelle banche del post precedente, ilrapporto è squilibrato: quelle che sembrano quotazioni alte, sono in realtà pieillusioni. Basta fare un rapido giro per rendersi conto che si possono trovaresostanziose differenze di prezzo d'acquisto tra un punto e l'altro.
Tamponiper ferite, tappi di plastica su un buco troppo grande.
Chivende è quasi sempre in forte difficoltà economica e ha ben poco poterecontrattuale, quindi finisce per accettare prezzi bassi. Inoltre l'oro ritiratodovrebbe essere fuso per legge, ma questo non avviene sempre. Spesso, invece,gli oggetti di maggior pregio sono reimmessi in commercio, con margini diguadagno maggiori.
Una curiosità riportata sul Rapporto Eurispes: la corsa all’oro del terzomillennio si incentra non tanto sull’estrazione, quanto sul recupero delmetallo prezioso da prodotti di largo consumo: le schede madri dei pc sono ilpiù ricco giacimento di “oro di seconda mano”, e dai cellulari si puòrecuperare una discreta fortuna (da 1 milione di cellulari si ricavano 37,5chili d’oro, 386 d’argento e 16,5 di palladio).
Insomma, se il mattino ha l’oro in bocca, spesso molte bocche mangiano propriograzie all’oro: e non mi riferisco, ahinoi, solo a chi lo compra.

14.3.12

Money, it's a crime


Avereconservato l’amicizia con un bancario può, a volte, essere un vantaggio.
Nontanto per chiedere eventuali favori (del resto con un magro salario da pubblicodipendente, a differenza di quanto avveniva una ventina di anni fa, erano i beitempi dei “pochi, maledetti ma sicuri”, adesso non ti vengono a cercare neanchei cani), ma per aver un osservatorio previlegiato su usi e costumi. Quindi,colgo la palla al balzo per andare a trovare il mio vecchio amico amicovecchio D., funzionario di banca sin da quando eravamo insieme alle elementari. Così, mentresiamo nel suo ufficio davanti ad una enorme tazza di caffè,  tutti intenti in complicatissime questioni dialta finanza (alias, la consultazione dei volantini dei centri commerciali perdecidere quale pc egli debba comperarsi) capita pure questo. Entra il giovanefunzionario, si pavoneggia col suo look che sarà anche costruito suibigliettoni lasciati nell’Emporio dello stilista con l’aquila, ma addosso a luisembra più rubato nel sonno ad un testimone di Geova, ed incurante dellaprivacy sghignazza con D. : “Lo sai cheTizio è in difficoltà, alla banca concorrente gli hanno revocato il fido?Adesso non c’è più il paparino a parargli il culo, anche lui è in sofferenza”.Poi mi guarda, e salta su: “Beati noipoveracci, almeno siamo abituati al nostro tenore di vita, questi tipi invecenon hanno capito che  a far la bella vitaprima o poi si paga. E poi, per non parlare dei commercianti che non fanno gli scontrini…”.
Poveracciosarai tu, penso.
Il mioamico lo fulmina. In mezzo secondo, ha infranto non so quante norme del codiceetico. 

Lo prenderei a calci in culo, sepotessi. Invece mi sa che  sarà lui aprendere a calci in culo me per il posto da direttore dell’agenzia”.
“madai, tu ormai sono trent’anni che sei qui”
Eh si, ma io pago lo scotto di non seguireil trend…
“Cioè?Spiegami”.
Più o meno, dobbiamo essere lecchini neiconfronti di chi versa, cani rabbiosi nei confronti di chi preleva o chiedetempo per rientrare dallo scoperto
“E achi chiede un mutuo?”
Ma chi, chiede un mutuo, oggi?”

Restosconfortato. Empatizzo. Del resto, masticandone un po’ e contando sullaamicizia disinteressata di D. [non mi ha mai neppure per scherzo proposto diaprire il conto nella sua banca, si riterrebbe in conflitto di interessi con lanostra antica e consolidata amicizia], ho avuto la prova provata di come certi “rampanti”bancar(ellar)i non sappiano davvero un emerito nulla di quello che sonoobbligati a consigliarti se si parla di investimenti e titoli in genere. Sfioranoil ridicolo arrampicandosi sugli specchi. La settimana scorsa hanno contattatomia mamma per proporle un qualcosa: lei ha un conto corrente del quale sono cointestatario; qualche migliaio di euro, non certo grosse cifre.
Allora misono finto interessato non alle loro proposte, ma allo swap della Grecia. Hoindossato una magnifica faccia di bronzo (non greco) sostenendo di avere pressoun’altra banca un dossier titoli di altrettante (poche) migliaia di euro che avreianche potuto trasferire da loro, e che al suo interno comprendeva anche titolidi Stato della Grecia. Fingendo una ignoranza abissale, mi sono fatto spiegarecosa sia uno swap, quali alternative potrebbero esserci non aderendo, cosa ciavrei rimesso delle mie obbligazioni senior subordinate, ed altre domandefintoingenue simili.  Quando mi sonosentito dire che ”le obbligazioni senior sonotitoli a lungo termine emessi tanto tempo fa che stanno per giungere a scadenza”ed al mio inevitabile “E quindi?” mi sono sentito rispondere “poi decide lei se e come reinvestire, ma non si aspetti grandi cifre proprio perchéroba vecchia” stavo scoppiando a ridere. Ma anche un po’ a piangere: perchése il sistema bancario, come diceva Greenspan “è come le vene del corpo umano,mentre i soldi sono il sangue”, allora devo arguirne che, con flebologi così, nonc’è da stupirsi se il sistema non stia in piedi.

[poialla fine D. l’ ha scelto, il computer:  lostesso che aveva in mente da un mese, non voleva pareri o consigli, ma soloconferme alla sua teoria. L’ho detto che a sei anni era già un bancario.]

6.3.12

Have a cigarette?


“Scusa, hai una sigaretta?”
Ineffetti, il ragazzo è malconcio, non occorre una gran scienza per capire chevorrebbe ben altro fumo, ma non riesco a dirgli di no. Una sigaretta non la sinega neppure ai condannati a morte, e tuttora a me è rimasto il rimpianto dinon aver potuto accontentare mio padre, che fino all’ultimo minuto di luciditàprima di andarsene ne reclamava, implorava, pietiva almeno una.
Daallora non riesco a dire no, a nessuno, voglio pensarlo come omaggio postumoalla memoria, ecco. Chè poi, a pensarci, la sigaretta è un simulacro. Un piaceresolitario, da consumare fra sé e sé, che rimane tale anche quando si fuma ingruppo, tipo fuori dal ristorante o quando un treno fa una sosta “tecnica”prolungata in una stazione. A differenza di altri tipi di fumo, come quello chemagari il malconcio auspicava, che invece hanno nella condivisione del piacereun mezzo ed al tempo stesso un fine.  Ognunoha un suo modo di celebrare il tabacco, fattori culturali ed ambientalifomentano le differenze. Dalle sigarette russe col filtro di cartone per esserefumate coi guanti, a quelle che io ho ribattezzato cotton fioc; dal modelloBogart, un’icona per molti di noi, alla sensualissima Marlene Dietrich; dalleatmosfere sognanti delle donne di Helmut Newton alle poverecriste cui ilparroco scaglia anatemi in quanto le loro sigarette sono la prova provata dell'esistenzadel Maligno. Per tacere dell’iconografia anni’50 (spero limitata nel tempo)della donna che fuma per strada e quindi è sicuramente un po’ zoccola…..
Enon tutte le sigarette sono uguali: e non certo per questione di marca. Quellada pausa pranzo è veloce, nervosa; lenta e gustosa è quella che ti gratificadopo uno sforzo fisico o mentale; ridanciana è quella che si fuma tra amicidopo un brindisi. C'è quella consolatoria, quella della rabbia, della noia,delle malinconie; c’è quella “irrinunciabile” dopo il caffè, quasi un rituale.C’è quella per “fare un po’ il figo”: ai tempi della mia gioventù erano unclassico, i ceffi con il pacchetto delle Marlboro nelle maniche arrotolatedella camicia. C’è quella usata con l’alibi del “fa digerire” dopo unaabbondante libagione; come quella un po’ ruffiana che offri per bendisporre l’interlocutoreo una ragazza.
Enon a caso l’unico luogo pubblico dove si possa ancora fumare legalmente, inItalia, sono le carceri: il legislatore ha avuto il buonsenso di non scatenare,con un eventuale divieto, rivolte inimmaginabili. Dopodichè, occorrerebberiflettere sul fatto che sia meglio essere schiavi di un vizio ed essereimpediti dal metterlo in pratica, oppure essere autorizzati ad attuarlo, ma incondizioni di prigionia. O se, alla fine, certe mura in realtà imprigionanoanche chi non si accorge di averne addosso incombenti ed evidenti: e sono,forse, quelle più difficili da abbattere.