18.4.11

I nichilisti  negavano la vera consistenza alla realtà, e di conseguenza escludevano che l’uomo possa fare esperienza della verità in quanto tale, considerata come oggettiva e universale. 
Per cui, sembra una cosa persino prevedibile che, tra l'altro proprio nel giorno in cui il Parlamento italiano scrive l’ennesima pagina nera della democrazia per il nostro Paese (l’approvazione alla Camera della cd. "prescrizione breve"), ci sia stato un attacco altrettanto grave alla verità storica  da parte della allegra armata di corrotti, miracolati, piduisti e condannati che scontano la pena in Parlamento.
Infatti, nelle stesse ore, è stata depositata la richiesta avanzata dall’onorevole Gabriella Carlucci di  una Commissione di inchiesta parlamentare contro “i libri di storia comunisti”; la stessa tizia, senza pudore alcuno, dichiara:
Proviamo a sfogliare qualche libro di testo. La storia di Della Peruta-Chittolini-Capra, edito da Le Monnier, descrive tre personaggi storici: Palmiro Togliatti, ‘un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali’; Enrico Berlinguer, ‘un uomo di profonda onestà morale ed intellettuale, misurato e alieno alla retorica’; Alcide De Gasperi, ‘uno statista formatosi nel clima della tradizione politica cattolica’”. Sarà un mio limite, ma davvero vorrei sapere dove sia la faziosità storica nell'affermare che De Gasperi abbia avuto quel tipo di formazione; tutti gli storici (e non solo italiani) riconoscono, nella sostanza, che Togliatti fu “un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali“, dal momento in cui, subito dopo l’attentato alla sua vita, se avesse voluto avrebbe potuto agevolmente chiamare alla rivolta anche armata quei milioni di italiani scesi in piazza contro il governo, con conseguenze tanto drammatiche quanto imprevedibili nel loro evolversi. Solo l'intelligenza, la responsabilità e la lungimiranza di Togliatti stesso lo impedirono. 
Ma forse la Carlucci ed i suoi compagni di merende, visto il capo che si ritrovano, sono  ossessionati dal fatto di diffondere il più pubblicamente possibile il fatto che tutti quelli venuti prima fossero inetti, mascalzoni, delinquenti, e, se comunisti, incapaci di intendere e volere, ed, in quanto filo-sovietici, anche complici di asassini e corrotti. Sarà un mio limite, ma fatico a vedere un De Gasperi che alza le sottane delle bambine, od un Togliatti che si faccia fare leggi su misura per risolvere i propri problemi personali. 
Su Enrico Berlinguer, poi, non transigo: perchè, piaccia o no, nessuno può permettersi di negare che fosse un uomo di profonda onestà morale ed intellettuale, misurato e alieno alla retorica. Non solo, era “un uomo introverso e malinconico, di immacolata onestà e sempre alle prese con una coscienza esigente, solitario, di abitudini spontanee, più turbato che alettato dalla prospettiva del potere, e in perfetta buona fede di cui ci resta un programma sociale, politico, economico, etico e morale non scritto basilare per il futuro democratico e di progresso del nostro Paese.” E queste, signori miei, sono parole di Indro Montanelli, quello che, con buona pace di Carlucci & co., è passato alla storia (quella vera) come il giornalista più anticomunista d'Italia. 
Oppure, come scrisse Norberto Bobbio “la caratteristica fondamentale di Enrico Berlinguer è stata, a mio avviso, quella di non avere i tratti negativi che contraddistinguono tanta parte della politica italiana. Penso alla vanità, all’esibizionismo, all’arroganza, al desiderio di primeggiare che purtroppo fanno parte del «mestiere» della professione del politico. Ecco, in questo Berlinguer era diverso e per questo suscitava un senso di ammirazione che condivido.” 
O, come disse di lui Enzo Biagi: “Sentivi che credeva a quello che diceva.” Per senso di compassione, evito ogni paragone con certi personaggi attuali......

Allora, perchè si sono mossi i professionisti della disinformazione, gli arraffoni, gli opportunisti e, forse più semplicemente, i corrotti che governano questo Paese? Personalmente credo che si muovano, nell'interesse del loro padroncino, per continuare a spaccare in due il Paese, riducendo ogni momento elettorale come fosse una questione di tifoserie,
una pro e l'altra contro, eliminando qualsiasi considerazione razionale; poi, non meno importante, per nascondere i fatti dietro le chiacchiere. 
I fatti sono la crisi economica ed occupazionale, lo smantellamento del  Pubblico, la gestione dell'immigrazione, i fallimenti nella gestione dei rifiuti di Napoli e della (vera) ricostruzione di L'Aquila, il parlamento bloccato per le leggi ad personam, l'aumento del carico fiscale e chi più ne ha più ne metta.
L
e chiacchiere sono tutto il resto, dal Ponte sullo Stretto al cancro sconfitto entro tre anni, dal colore della magistratura alla riduzione delle tasse, dalla persecuzione giudiziaria alla abolizione del bollo auto. 
Da ultimo, ci vedo anche un altro concetto, forse persino più pericoloso degli altri: con l'affermazione del principio del tipo
"i politici tutti sono uguali, sono tutti corrotti, sono tutti inaffidabili" si lascia campo ad una antipolitica che diventa AntiStato: il che giustifica la sopravvivenza, meglio la fortuna, di gruppi come la lega o lo stesso partito-azienda (insomma, quando si sente ripetere con insistenza da questa mandria che "SB non è un politico di professione", dopo 17 (diciassette!!!!) anni che egli non fa altro,  anche un bambino si sentirebbe preso per i fondelli) .
Perchè, ricordiamocelo tutti, quando 
nessun cittadino avrà più fiducia in nessun politico, buono o cattivo che sia, e passerà il principio del "tanto vale votare il meno peggio, che almeno sappiamo chi è", specie se il soggetto stesso gode della acritica beatificazione quotidiana della maggioranza dei media, sempre meno cittadini andranno a votare, con la conseguenza che sarà più facile vincere con un minor numero di votanti. Ricordiamocelo.

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