24.2.11

Non metteremo le mani ecc.ecc.


L’emendamento al Milleproroghe (comma 9 dell’art. 2, quinquies) rischia di sottrarre oltre 30 miliardi di euro alle famiglie ed imprese italiane.
Perché? Facciamo il punto della situazione.
La Cassazione a Sezioni Unite, solamente due mesi fa, con la sentenza n. 24418 del 2.12.10, ha sancito definitivamente il diritto dei correntisti a farsi restituire tutte le somme illegittimamente addebitate dalle banche su conti correnti con la capitalizzazione trimestrale degli interessi.
Dopo anni di dura lotta nelle aule dei Tribunali, finalmente una decisione volta a consolidare un principio favorevole alle vittime dell’anatocismo.
La Suprema Corte di Cassazione, infatti, in relazione alla prescrizione del diritto di vedersi restituire le somme illegittimamente addebitate dalle banche (art. 2935 - Decorrenza della prescrizione-La prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere) ha statuito che essa debba partiredalla chiusura del rapporto e non dalla data della singola annotazione a debito sul conto, riaffermando il divieto assoluto dell’anatocismo trimestrale e annuale.
Applicando tale principio vi sarebbe la certezza della restituzione degli indebiti, quantificati da apposite perizie, avverso una prassi illegale, vietata dall’art. 1283 del Codice Civile, che inibiva la capitalizzazione trimestrale degli interessi praticati dalle banche.

Ricordiamo che, lo scorso 5 febbraio, in occasione della Convention Nazionale del Forum Antiusura Bancaria, era presente l’on Rocco Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché il Presidente Berlusconi che, telefonicamente, aveva confermato all’on. Domenico Scilipoti, presidente del Forum, l’impegno del Governo a valutare con estrema attenzione l’opportunità di istituire un dipartimento per la ricognizione delle criticità bancarie al fine di tutelare i cittadini e le imprese vessate dalle banche.
Con un progetto estremamente elaborato e favorevole anche allo Stato (  SINTESI DIPARTIMENTO PER LE CRITICITA’ BANCARIE) si è proposto di restituire circa 50 miliardi a tutte le vittime dei molti illeciti bancari, con rate annuali, per 10 anni a carico delle Banche. Di questi, ben 20 miliardi sarebbero però rimasti nelle casse della Finanza Pubblica, a copertura del Debito Pubblico.
Ma oggi accade l’incredibile.
Con l’emendamento al Milleproroghe, nelle disposizioni concernenti il sistema bancario, all’art 2 quinquies, dopo aver espunto il punto 10 che voleva modificare l’art. 644 del codice penale, aumentando i tassi soglia previsti dalle legge antiusura, il Governo ha inserito nel maxiemendamento, un punto 9, in ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente con l’art. 2935 del codice civile.
Tale punto procede ad un’interpretazione autentica dell’art. 2935 c.c. nel senso che la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall’annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell’annotazione stessa. Questa interpretazione autentica della legge sconfessa completamente la decisione, ben più qualificata della Suprema Corte di Cassazione, con la drammatica conseguenza che i correntisti perderebbero le migliaia di cause già avviate e certe nella vittoria.
Con tale emendamento si deruberebbero le aziende di oltre 30 miliardi di euro introducendo la prescrizione decennale nella rivendicazione degli indebiti bancari, mandando così al macero milioni di cause e regolarizzando illegittimi interessi e commissioni derubate dalle Banche a valere su contratti nulli e addebiti fasulli effettuati da oltre dieci anni. 

Le conseguenze sarebbero disastrose.
Se quelle cause saranno perse, le aziende saranno costrette a pagare tutte le spese di giudizio, oltre che debiti illegittimi alle banche con la conseguenza che, con la crisi in atto, rischiano il fallimento per mancanza di liquidità. Col Milleproroghe, infatti, le imprese ottengono la concessione di 6 mesi di moratoria sulle rate dei debiti verso le Banche, per l’equivalente di 56 miliardi di euro, mentre allo stesso tempo concedono la “COMPLETA PRESCRIZIONE” DEI LORO 50 miliardi, e oltre, di maltolto anatocistico e di interessi illegittimi delle Banche, attraverso il predetto art. 2 quinquiescomma 9°.
E’ l’equivalente di un formidabile “Colpo di Stato”.
Molte voci si sono levate: il Presidente del Forum Anti Usura Bancaria, on Domenico Scilipoti, minaccia di non votare la fiducia al Governo Berlusconi sul decreto «milleproroghe». Il deputato che ha salvato il presidente del Consiglio il 14 dicembre scorso, lasciando l’Idv per approdare alla maggioranza tra i «Responsabili», adesso potrebbe mettere a rischio la tenuta dell’esecutivo.
«All’interno del decreto milleproroghe – spiega Scilipoti – è stato inserito all’articolo 2 quinquies un emendamento che è stato votato al Senato e comporterebbe dei danni irreversibili per i cittadini. In pratica si interviene con una nuova norma interpretativa in merito alle operazioni bancarie regolate in conto corrente dall’art. 2935 del codice civile, riducendo di fatto i termini di prescrizione a favore delle sole banche e contro i diritti che possono essere fatti valere dagli utenti nei confronti degli istituti per i rapporti creditizi in conto corrente».
Nel testo votato dal Senato e che arriverà alla Camera «blindato», la situazione di vantaggio che i clienti avevano maturato nei confronti delle banche per effetto della sentenza 24418 del 2010 della Sezione Unite della Cassazione – secondo cui il termine di prescrizione di dieci anni per la richiesta della restituzione degli interessi pagati in più dovevano ritenersi decorrenti dalla chiusura del conto corrente – si sancisce, invece, che la prescrizione inizia a decorrere dall’annotazione degli interessi.
In poche parole il correntista non potrà più chiedere la restituzione degli interessi versati alla banca. Questo provvedimento favorirebbe le banche per 30 miliardi di euro.
Scilipoti, quindi, annuncia: «Se la norma non sarà corretta in favore della tutela dei cittadini non voterò la fiducia sul milleproroghe. Avevo presentato un emendamento ma mi è già stato detto che non potrà passare in quanto il testo alla Camera è blindato con la fiducia. Ma se non sarà fatto niente non appoggerò la maggioranza in questa situazione e inviterò il mio gruppo a non votare la fiducia. Il Parlamento deve tutelare i cittadini e non le banche. E non può infischiarsene del codice civile approvando una norma interpretativa che di fatto lo modifica in danno degli utenti. È un fatto gravissimo e, nel caso in cui non troverò riscontri, al momento del voto presenterò una questione di pregiudiziale di incostituzionalità della norma perché va contro il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge».
Armando Miele, referente dell’AFAP, invita gli italiani ad inviare mail di protesta al Ministro Tremonti (http://www.giuliotremonti.it/email/)
SOS Utenti, (www.sosutenti.net) denuncia indignata tale manovra, rilevando l’assenza più totale delle altre Associazioni dei Consumatori e degli Utenti, nonché dei media. E sta programmando una manifestazione a Roma di tutti gli imprenditori e cittadini, accompagnati dai professionisti e difensori.
Anche l’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati) ha proposto lo stralcio dell’emendamento.
Io mi permetto di dire quanto segue.
Si parla di decreti salva-banche, per salvaguardare il sistema bancario. Mi sembra che il sistema creditizio venga agevolato, compiacendo banchieri molto vicini ai nostri politici, bistrattando e riducendo sul lastrico milioni di correntisti traditi dal sistema.
Le aziende e le famiglie italiane sono i veri pilastri del sistema economico del nostro paese e tale compressione dei loro diritti è PALESEMENTE lesiva dell’art. 3, comma 1°, della Costituzione sull’eguaglianza di tutti i soggetti di fronte alla legge.


Articolo scritto da Avv. Mary Corsi il 21 febbraio 2011

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