22.2.11

Confetture & Congetture

Un proverbio francese recita: "La cultura è come la confettura, meno ne hai e più la spalmi".
Se sostituiamo la parola cultura con professionalità (e relativo corollario, la cd. “meritocrazia”), ottenendo quindi una frase come "La professionalità è come la confettura, meno ne hai e più la spalmi", forse abbiamo la risposta al perchè di tutta questa mania di ristrutturazione che attualmente invade i discorsi della nostra classe dirigente. 

Non è una novità: è una storia già vista, nel corso del tempo, ogni tanto qualcuno tira fuori la parolina magica che va bene dovunque e comunque. Spesso per coprire o nascondere lo stato (pietoso) delle cose. Sto  leggendo “Occidente estremo” di Federico Rampini,  che fra l'altro illustra efficacemente come negli USA ci sia una perdita di professionalità a causa di flessibilità e precarietà del lavoro. Ne comincia a parlare partendo da chi ti aggiusta la macchinetta del caffè, passando per gli idraulici, i call center, fino ai broker di Wall Street che, secondo lui, ha fatto il botto anche per mancanza di professionalità definite e stabili (fermo restando che i manager delle banche fallite stanno ancora lì quasi tutti al loro posto). E ne parla a proposito di "declino" americano, e di conseguenza di tutto l’Occidente.
Io ho sempre avuto la sensazione, peraltro avvalorata dai fatti, che dalle nostre parti arriviamo sempre in ritardo, americanini di seconda mano, e finiamo per copiare gli USA di vent'anni prima: proprio adesso che negli States  sono già a cercare di capire dove hanno sbagliato o, quantomeno, a cambiare/correggere rotta. Per carità, mica tutti.... E però non è solo qualche "sinistro" nostrano che parla di "declino americano" e del "modello occidentale" con annessi e connessi: la stessa destra liberal americana mette sul piatto della bilancia una severa autocritica.
Spalmare la professionalità vuol dire tante, troppe cose. L'accezione in cui io la sento usata, dalle mie parti (alias, lavoro nella Pubblica Amministrazione)  è più o meno riassumibile in una frase del tipo: "Tutti devono saper fare tutto o quasi tutto, perchè tanto poi al limite c’è il computer ti fa risparmiare tante cose di poco conto". Concetto  che proprio non mi convince. Brutalizzando, mi sembra come dire "risparmiamoci di studiare l’algebra, tanto poi i conti li fa la calcolatrice". Come se i dati dovesse immetterli qualcun altro. Senza capire i meccanismi che portano alla costruzione del pensiero logico.
In realtà, l’imporre la cultura del lavoro "deprofessionalizzato" consente: 
 - di velocizzare, stile Fiat di Marchionne, anche se non si valuta la qualità del prodotto finito;
- di retribuire di meno (se tutti sanno fare tutto, non c’è bisogno di “premiare” il singolo che si impegni maggiormente) ;
- di appaltare a pezzi al miglior offerente (penso a quello che è successo con la ex  monopolista compagnia telefonica italiana, a quella aerea, od ancora al modello Marchionne).
Diventa quindi inevitabile avere, come simbolo dell’epoca, i call center coi loro operai in camicia bianca sottopagati e non tutelati. Che poi qualcuno si autonomini “servizio di qualità” (o, meglio ancora, “quality center”, fa tanto figo…..) a fronte di una offerta scarsa, salta evidente appena ci si sbatta la faccia contro.

Ieri, a causa di un problema con la rete telefonica di casa, ho dovuto appunto contattare quello della sopra citata compagnia. Una volta armatomi di cellulare e superato lo sbarramento dei dieci squilli a vuoto, mi si è aperta una sequenza più o meno del genere:

"Digiti 1. Digiti 2, poi 3, 6, 5..... "Vecchia Romagna".... attenda in linea...."Vecchia Romagna".... attenda in linea...."Vecchia Romagna".... attenda in linea...."Vecchia Romagna".... attenda in linea...."Vecchia Romagna".... attenda in linea....Pronto? Sono Toni, como posso esserle utile?
"Buongiorno. Guardi, il mio problema è che sulla mia linea telefonica l’adsl funziona, mentre il telefono resta muto. Si può fare una verifica, o al limite un reset della linea?"
"Ah, si ...sì, ah, ehmmmm ....momento, le passo....sì,  l'operatore... e abbia pazienza".
Venti minuti  di "Vecchia Romagna
"Attenda in linea, attenda in linea, attenda in linea, attenda in linea, attenda in linea, attenda in linea......"
Tu-tu-tu-tu...


Com’erano, allora, poco professionali, ai bei tempi in cui chiamavi il 182, raccontavi il tuo problema e dopo mezz’ora vedevi una sgallonatissima Panda sotto casa ed i tecnici che ti bussavano per dirti di provare……….
Confettura che grondava, e chi se ne importa se poi ti sporcavi la maglia.

1 commento:

  1. Caro Massimo, hai ragione su tutta la linea. Che importiamo l'America dismessa 20 anni prima lo studiavo ai corsi di marketing molti anni fa. Mettici l'acceleratore di particelle che nel frattempo è entrato in funzione e diciamo che lo scarto ora è di dieci anni. Poi c'è stato il momento del copia/incolla del Giappone e della loro "politica dell'eccellenza": tramontata in fretta, durata forse 3 anni scarsi. Il Giappone è troppo serio per noi. Sulla de-professionalizzazione" potrei raccontarne da riempirci 4 libri pieni. Evito per amor del mio tempo libero. La cosa tragica è che è una catena: se è de-professionalizzato e de-localizzato il call center Telecom (ti va di culo se a risponderti non è una rumena. Brave eh? Ma se gli fai una domanda non prevista dal copione rischi di sentirti rifare la stessa domanda 30 volte, sempre uguale. Non importa se quella che fai tu cerchi di adattarla per farti capire meglio. Hanno un preciso script da seguire e da lì non si possono scostare pena il licenziamento.
    La cascata, dicevo: a call center idiota si finisce per rispondere e reagire in modo convulso e altrettanto idiota. Cioè incazzoso al limite del furente. Con lesioni del fegato permanenti che ti faranno trattare male la moglie, i figli, i colleghi ...e via così.
    Capisci perché i Marchionne sono una minaccia alla slaute pubblica?
    Mamma, che argomento sei andato a toccare...

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