11.3.11


Tutti, da bambini, avevamo un sogno. 
Chi si vedeva astronauta, chi si sentiva predestinato a diventare idolo delle folle per un goal nella finale di un Mondiale, chi voleva costruire ponti, chi studiava da principessina o da attrice acclamata da folle adoranti ed imitata da uno stuolo di ragazzine, chi trovava la cura per tutte le malattie del mondo. 

Io invece, già consapevole dei miei limiti, avevo un sogno, anzi due: volevo diventare invisibile, magari scoprendo la apposita vernice, e trovare la maniera di viaggiare nel tempo. 

Crescendo, poi, chè certe cose te le porti appresso, ho passato ore ed ore a leggere e rileggere qualunque cosa riguardasse Nicolas Flamel, l'alchimista francese del '400 che, se dovesse aver ragione, dovrebbe essere ancora vivo, dato che aveva concentrato i suoi esperimenti di alchimia, oltre che sulla vernice che rende invisibili, anche sulla pietra filosofale e sulla immortalità. Mi aveva colpito il fatto che, quando fu violata la sua tomba, forse per carpirgli qualche eventuale segreto, essa fosse stata trovata vuota: chissà. 

Ecco, da ragazzo sognavo di rintracciare, da una qualche parte, le sue pergamene. Magari quelle in cui si spiegava anche come trasformare il piombo in oro, dato che qualche soldino in tasca non arreca certo danni. Sull'onda dell'entusiasmo, poi, mi incantavo davanti alle carte nautiche del mio padrino di battesimo, grande amante del mare, che sacrificava le sue ferie andando in giro alla ricerca di navi scomparse nel Mediterraneo. Già mi vedevo, viaggiatore nel tempo, invisibile clandestino, a segnare i punti dove recuperare carichi d'oro dai galeoni naufragati alle Antille. Immaginavo di attraversare le Rocky Mountain ed inciampare in un'enorme pepita, di quelle che neanche Zio Paperone nel Klondike. 

Oggi, ho rinunciato al viaggio nel tempo, la mia invisibiltà è ampiamente surrogata dall'anonimato, ma ho trovato l'oro: ho capito che la mia dotazione aurea necessaria, la vera ricchezza, è quell'oro del disco solare che si mostra alla mattina sulla linea del mio sguardo, e che mi basta per sognare fino alla luce della luna.

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