4.6.15

Confessioni di un malandrino

Non parlo più di Politica, né sono in grado di fare una analisi politica accurata perché in realtà la Politica è morta.
C’è, al suo posto, un qualcosa che chiamano politica ma è altro: come confrontare la marmellata di amarene che si faceva in casa con quelle orride scatolotte tonde che trovi nella colazione degli alberghi.
E questo da quando la politica si è “calcizzata”, diventando un affare di tifosi anzichè di cittadini.
Il civis sta morendo, come la classe operaia e tanti altri luoghi comuni sociali del 900; l’astensionismo nelle ultime tornate elettorali (comprese le Europee dell’anno passato, se analizziamo a fondo i dati, al di là delle coppe alzate al cielo…) dimostra che solo un numero esiguo di appassionati vi partecipa con passione ed entusiasmo; del resto, basta leggere quelle gazzette dello sport che sono diventatati i giornali quando parlano di politica...ma parlano poi di politica, o di liturgia politica?
Chi va a votare nutre l'opinione che il voto dei cittadini conti malgrado l'esperienza di tutte le promesse tradite e referendum gabbati. Astenersi non è ignavia, è una scelta consapevole che può pesare più di un voto per governare. Già, non ci si appassiona: e sospetto che in fondo, a chi governa, alla fine vada bene sia la disaffezione che la disattenzione.
Scontiamo attraverso l'astensionismo il frutto dell'antipolitica, che dalla celebre “discesa in campo” in poi ha prodotto un nuovo modus pensandi ampiamente banalizzato, scordando che comunque qualcuno deve pur governare la gestione degli asili nido, della sanità regionale, dei trasporti et alia: e sarebbe buona cosa almeno tentare di scegliere il meno peggio.
I “tifosi” poi, come i fondamentalisti, non sono la maggioranza, ma ci sono; è invece quella massa amorfa facilmente illudibile e facilmente deludibile che si disaffeziona e non vota. Si, c’è chi ripone speranze sui ragazzi del Cinquestelle, politicamente “acqua e sapone”: anche se non credo sarebbero in grado di governare, mi accontento del loro essere, soprattutto in Parlamento, abili nel “dog watching.”
In questo quadro, due cose risultano palesemente ridicole: che i rappresentanti delle passate stagioni ancora in attività (vedi alla voce “la Ditta”) siano quelli che alzano i lamenti più alti sul dato astensionistico, invece di fare mea culpa e riconoscere le proprie gravissime responsabilità nell'aver creato questa frattura con gli elettori; e che si ignori l'astensionismo quando fa comodo - tipo esaltare Podemos senza dire che in Spagna ha votato il 49% degli aventi diritto - e lo si agiti come spettro di una crisi della democrazia, quando invece si tratta di coprire le proprie responsabilità nell'averlo creato. Anche da questi espedienti di piccolissimo cabotaggio passa il giudizio di una classe politica fallimentare da cui i cittadini, non votandola, prendono le distanze.

4 commenti:

  1. A proposito dei mea culpa, leggevo ieri della riunione di comitatone provinciale (regionale?) a Padova per discutere della batosta Moretti, questo, e per confermarci la distanza questi avanzano l'ipotesi ch il problema astensionismo sia per ilPd un problema di "marketing". Cioè di cattiva "comunicazione", di troppo affidamento sui sondaggi taroccati, di frasi non opportune della Moretti (come se a qualcuno importasse qualcosa della Moretti) o peggio che si sia trattato di inopportune frasi del Renzi a Venezia.
    Cioè, proprio non ce la fanno a capire che sono i contenuti, le scelte contro le persone e contro i loro diritti del governo, che si tratta di recuperare sincerità sui contenuti non di come impacchettare meglio le balle elettorali.
    Nulla la dice meglio su quanto ormai vivano su Papalla e si capiscano solo fra loro perché hanno fissi in testa solo i loro affari e le loro idee su come bisogna farli "per far ripartire ilpaese".
    Sono suonati, ma proprio andati...

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  2. Ross, pensa che leggevo solo ieri sera, a giochi fatti, un articolo incensatorio sulla "batostata" Moretti presente sul "Venerdi" di Repubblica scorso: c'era tutto il presagio del disastro, non ultima la supponenza di chi è DAVVERO convinto che sia questione di marketing...il fatto poi che il PD abbia dimezzato i voti rispetto alle Europee [da 899.723 a 503.079 voti...] dovrebbe far aprire gli occhi, ma soprattutto le teste "pensanti" del partito...a meno che non sia una cosa voluta e finalizzata alla guerra tra correnti...Comunque, dato che l'elettore di "sinistra" di solito era meno di bocca buona, in tanti hanno trovato assurdo candidare una che un incarico politico già l'aveva, e mi sa di solenne presa per i fondelli il dover leggere del "coraggio con cui la Moretti ha rinunciato al seggio da europarlamentare" come se non fosse sicura di avere almeno il suo seggio in Consiglio Regionale le cui indennità assicurano comunque un tenore di vita superiore alla media (forse anche alla tre quarti..) degli italioti. Ma nel bar sport ci sta anche questo....per questo me ne resto chiuso frequentando altre osterie.

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    1. Mi vado convincndo che leosterie (e i bar) vanno rivalutati. Magari ciò che si dice lì, fra un rosso al banco e un caffè, non sarà di eccelsa qulità intellettuale, però, nei malumori trovi spesso una diagnosi fatta a spanne di quella realtà vissuta che pare non appartenere più a nessun "compagno" in nessuna sede o circolo piddino.
      Sarà che anche questi, ormai(almeno qui dove sto io), servono più da base per produrre denaro con le feste locali con bettolone, o a proporre "servizi" (corsi di ginnastica per giovani e anzianipiuttosto che consulenze fiscali o compilazione di dichiarazioni dei rediti, a pagamento cash e rimborso tot a dichiarazione per il "servizio" reso da parte dello stato).
      Forse in questo uso "diverso" delle sedi di partito si può vedere cosa sia oggi un partito: vi si parla sempre e solo di denaro, mai di politica.
      Per quella, dicevo, oggi bisogna andare al bar (o in osteria).
      (non frequentando che pochi bar (qualche misero caffè al volo) e quasi zero osterie (qualche cena sana e a osti contenuti rari sabato sera), mi a che sono tagliata fuori...

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    2. Beh, se tu pensi che la ex sede dell'ex sezione (anzi, circolo..) del mio ex partito è stata bellamente affittata alla scuola di sommelier.....e quanto hai ragione sui servizi fiscali: cominciati in sordina con la gratuità se portavi da loro il 730 precompilato, sono diventate macchine da guerra affamate di denari: al punto che, in certi casi, costano più che il singolo commercialista liberoprof che almeno palesa le proprie esigenze alimentari e non si paluda dietro una fasulla "funzione sociale" che si è persa come lacrime nella pioggia.

      [sulle osterie, non frequentando bar, ogni tanto mi concedo un buon calice nella più antica del mondo: uno dei rarissimi lussi che ancora mi concedo].

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