29.3.16

La carta che frulla

Dopo troppe assenze da queste rive, una riflessione.
Cosa è cambiato, in tanti di noi?
Quei noi che si svegliavano in ore antelucane per avere tra le mani il quotidiano o la rivista fedele compagnia di viaggio.
Quei noi che arrivati nella località di villeggiatura chiedevano dove fosse l'edicola più vicina.
Quei noi che rischiavano multe, appellandosi alla autocertficazione delle quattro frecce, pur di non restare senza la propria carta stampata.
Quei noi che, se gli edicolanti dicevano "mi dispiace, esaurito" , era come ricevere una bastonata in pieno petto.
Ma oramai, con l' avvento del WorldWideWeb, nessuno ha più interesse nell'investire l'euroecinquanta per un giornale stampato al lunedì e acquistato il martedì.
 
Perché acquistare un formato cartaceo aggiornato a 48 ore prima?
 
Molto spesso, all' arrivo in edicola le notizie sono già scadute o già lette su internet direttamente dal proprio dispositivo.
Chiaramente molte riviste specializzate [tra cui quella che si occupa delle quattro ruote, di cui ancora fedele lettore per una questione di abitudine e di anzianità], hanno pochi introiti e poco stimolo nell' elaborare notizie che si diffondono comunque in modo virale e gratuito sulla rete.

E questo è il punto cruciale: il "www", segnando il declino oramai irreversibile della carta stampata, cioé di libri e giornali, rende indisponibili contenuti piú approfonditi ed analitici su cui soffermarsi.
La conseguenza, sotto gli occhi di ciascuno, é la perdita progressiva della capacitá analitica, della forza del ragionamento, dell'attitudine a confrontarsi con la complessitá, grande o piccola che sia.
Insomma, per usare un termine terra-terra, assistiamo ad una  collettivizzazione del rimbecillimento che, in alcuni casi isolati   - penso anche ai successi di certi "politicanti", o di  certi cantantuncoli da [a malapena] qualche spicciolo in locali di infimo ordine- assume contorni di cretineria drammatica.

Con tutte le conseguenze del caso.

4 commenti:

  1. E' un fatto, supportato pure da accurate ricerche scientifiche (ché ormai scientificano tutto e senza scientificazione non è nemmeno più ammesso farsi avanti per un commento sul www).
    Ne avevo parlato nell'altra vita, quella su Splider, al ritorno da un Festival Letteratura in cui avevo seguito la presentazione, da parte della scienziata-scrittrice, del libro Proust e il calamaro - (lei è Maryanne Wolf)
    http://www.vitaepensiero.it/scheda-libro/maryanne-wolf/proust-e-il-calamaro-storia-e-scienza-del-cervello-che-legge-9788834317211-173799.html

    La scienziata, sostiene (supportata da anni di esperimenti e analisi delle attività cerebrali, che l'uso di Google ci rimbeccillisce perché proprio la velocità di reperimento informazioni (e la lettura a video), non consentono un passaggio fondamentale delle parole lette per quell'antro del cervello che suscita in noi empatia, immagini, coinvolgimento emotivo con ciò che stiamo leggendo.
    Si tratta di millesimi di secondo fra la lettura e la "metobilizzazione" di ciò che leggiamo.
    Ma fa tutta la differenza che proviamo fra il leggere un libro di carta sul divano (o a letto) e leggere un ebook a video: il cervello legge, manda alcune info allo stoccaggio ma non "metabolizza" passando per empatia ed emozione.
    Finiremo tutti gran nozionisti, sapendole tutte ma non capendo il senso di nessuna.
    Per me, dopo aver provato con un paio di ebook, è parentesi chiusa: libri prestati, ma di carta.
    Un abbraccio...

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  2. Buongiorno, carissima Ross. Concordo in pieno su quello che dici a proposito degli ebooks (anch'io, nella "vita precedente", raccontai della mia delusione derivante proprio da quello che sottolinei). Oltre quello che dice la scienziata, sottolineo come anche questo modo di "informarsi" porta, di conseguenza, anche al fatto che le informazioni, opinioni, idee che escano da noi abbiano la stessa caratteristica: picchia alla pancia, non alla testa. Io noto un decadimento anche nei vari forum dove ogni tanto butto un occhio: qualunque sia l'argomento, dalle automobili alle zebre, è difficile trovare post che "entrino nel merito" delle questioni: in breve, in base ad un principio che tu ben conosci, si guarda il dito e non la luna. Ci sono luoghi poi di gran moda (uno per tutti, il librodellefacce, dove se in un post o in uncommento superi le due righe, nessuno te li legge: o al limite ti tocca stare a spiegare il post od il commento stesso.
    Ieri sera,per dirtene una, leggevo i commenti a proposito di una frase della presidente Boldrini e, se non avessi letto l'originale nel suo contesto, avrei pensato ad una improvvisa perdita della ragione da parte della medesima....
    Vabbè, vado a produrre: abbraccio ricambiatissimo!

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  3. Beh, io trovo che la lettura a video stanchi molto. Non leggerei mai un libro al pc.Vuoi mettere la lettura di un bel libro, spaparanzatI sul divano, sul letto, sulla sdraio in giardino o al mare?Lo stesso vale per i giornali. Il web va bene per le notizie veloci, per la curiosità dell'ultimo minuto, ma il libro è un'altra cosa. Io però son vecchierella...

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    1. Scelte di campo che ci qualificano anche anagraficamente...ciao Kate, bentrovata!

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