30.5.12

Flash/3

Cosa aggiungere, quando le parole sembrano inadatte a raccontare? Credo sia sufficiente, al di là delle altre transenne, degli altri cornicioni crollati, del sentirsi ostile ogni muro fino a ieri confortevole per la vista, leggere tra le righe del burocratese di questo comunicato:
"Le nuove scosse di terremoto che hanno colpito l'Emilia il 29 maggio hanno indotto l'Amministrazione Comunale di Ferrara e Ferrara Arte a chiudere anticipatamente la mostra a Palazzo dei Diamanti, Sorolla. Giardini di luce.
È stata una scelta difficile, motivata innanzitutto dall'entità del fenomeno sismico. Per poter riaprire al pubblico la sede espositiva, sarebbe infatti indispensabile avviare una nuova istruttoria di verifica di agibilità dell'edificio storico, onde poter garantire la sicurezza dei visitatori, del personale in servizio, oltre che delle opere ivi allestite. La durata di tale processo, dall'esito incerto, non è prevedibile nella situazione attuale. A questo si aggiungono le legittime preoccupazioni dei responsabili dei musei e dei collezionisti privati che hanno generosamente prestato a Ferrara opere di grande valore e che, allarmati dalle notizie drammatiche diffuse dalla stampa internazionale, chiedono il rientro anticipato delle opere.
Il rammarico degli organizzatori è tanto più vivo, considerato il buon esito della mostra, che è stata accolta molto favorevolmente dal pubblico e dalla stampa e ha raggiunto il risultato estremamente significativo di circa 35.000 visitatori
".

Ci dicono di stare tranquilli, ma come si può, quando tutto intorno leggi, in occhi insolitamente sbarrati e cerchiati, l'esasperazione? Ed è già buona che non sia disperazione. Intanto, è stata deviata anche la linea dell'autobus che passava per il Centro; oggi era inaccessibile un tratto del Corso che porta all'Arcispedale; alle speculazioni politiche dei giorni scorsi si aggiungono quelle pseudoscientifiche sulla base di presunte conseguenze di trivellazioni, che stanno ad un siama come una pulce in groppa ad un toro. Stamattina ci hanno fatto rientrare in ufficio, e colpiva vedere colleghe e colleghi piangere come bambini ai primi giorni di scuola, arrivati là davanti non volevano più entrare.
Disarmati, in una guerra che nessuno avrebbe mai voluto combattere.

15 commenti:

  1. Vi penso con tanta apprensione e affetto.

    Sil

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  2. vi pensiamo tutti e vi siamo vicini, per quanto possiamo.
    brutta guerra, non voluta ed a mani nude, impotenti e indifesi.
    speriamo insieme a voi... un abbraccio

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  3. un pugno in pieno viso, Massimo, quel che scrivi...
    non so che dire, solo che vi(ti) vogliamo bene.

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  4. Un grande abbraccio e un pensiero costante...

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  5. Non so bene cosa dire nel senso che tutto mi sembra un superfluo nel momento stesso in cui lo penso. Ma vi sono vicina. Se c'è qualcosa che posso fare, direttamente, indirettamente, in parole o opere dimmi, io ci sono.
    Un abbraccio

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  6. Quello che manca alla virtualità è la foza del silenzio che in questi casi può offrire un amico a chi nella sofferenza ha aperto il suo cuore.
    Non so come riscaldarlo il tuo\vostro cuore.
    Posso solo stringerti\vi in UN FORTE, CALOROSO, CONSOLATORIO E MATERNO ABBRACCIO.
    ...e BUONA NOTTE caro amico.

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  7. Mi dispiace tantissimo Massimo deve essere terribile. E' proprio una guerra che non avete scelto e che dovete combattere senza molte difese. Vi sono vicina.

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  8. Sono particolari come quelli che descrivi - Palazzo Diamanti chiuso e mostra sospesa, rientro in ufficio come fosse un'obbligatoria trincea) a dare la dimensione di quanto a fondo devasti il terremoto. Sono le storie personali di chi continua a vivere una forzata quotidianità, dovendo sospendere in sé il giudizio oggettivo sul pericolo sempre in agguato e mascherare l'ansia di notti insonni.
    Sentivo stamattina alla radio che per i danni alle aziende oggi sono circa 17.000 i disoccupati "per terremoto". Danni economici ed esistenziali che si andranno ad aggiungere ai morti, ai danni al patrimonio artistico e privato.
    E tutto ancora trema, pare anzi propagarsi (dicono di scosse anche al sud, stamattina).
    Una guerra, sì...Forse fra le più terribili, perché non hai modo di difenderti da questo nemico.
    Vi abbraccio tutti.

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  9. Ti ho pensato spesso in questi giorni. Sono rimasta colpita dalla dignità, dalla forza, dalla compostezza delle persone intervistate, ma mi rendo conto che se continua a lungo sarà difficile perdere il controllo.
    Coraggio, un abbraccio forte.

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  10. Amico mio, ho sentito Mike e Luisa, la loro casa è integra, ma il campanile attaccato alla loro casa è lesionato in maniera irreversibile, loro resteranno sfollati fino a quando non sarà buttato giù, parlo del campanile di Buonacompra, se guardi in rete, la casa bianca attaccata è la loro.

    Ma loro due non hanno l'età per aspettare, sono sopra gli 80 anni e rifiutano l'ospitalità di tutti noi a Torino, la loro vita di coppia si è incontrata in quella casa, si è sviluppata la dentro e noi...pur amando le belle arti, le stiamo maledicendo...questo i miei amici che conosco da una vita e grazie alla loro ospitalità abbiamo girato in lungo e in largo il Ferrarese.

    Sulla tua esperienza diretta...fin da piccola ho provato l'angoscia della terra che trema, provengo da una città ballerina (Messina) e ti assicuro che una volta mi sono ritrovata pancia a terra e il materasso addosso...capisco appieno tutte le paure e le angoscie, ma alla lunga, bisogna conviverci, ripeto qua quello che ho scritto da me, se vogliamo aiutare l'Emilia, mi sta bene la chiamata dei 2€, ma se compriamo i prodotti alimentari Emiliani...li aiutiamo meglio.

    Un fraterno abbraccio solidale Masso e se ci riesce...;-))

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  11. E' venuto in ufficio da me giovedì scorso, un mio cliente che abita in centro a Ferrara e mi ha descritto le tue stesse identiche sensazioni. Lui mi parlava anche di quel rumore angosciante che gli ha devastato l'anima e che non riesce più a togliersi di dosso. La sua casa per fortuna non ha subito danni, ma... i suoi occhi raccontavano perfettamente ciò che state vivendo.
    Siete nei nostri cuori, Massimo. Siete Gente Splendida.
    Ti voglio bene.
    Cristina

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  12. Ciao Max,
    Non ti chiedo come va, riesco a capire come state, specialmente ora dopo la scossa di poco fa che mi ha sconvolta. Dove mi trovo la terra non trema ma vi sono molto vicina, il perchè l'ho già detto, amo la vostra terra che ho fatto mia. Amo la vostra gente a cui sono molto affezionata, e che mi comunica tutta la sua forza e il suo carattere così determinato, la sua bontà d'animo e la sua laboriosità. Qualità ammirevoli che malgrado tutto emergono nei news che sappiamo come e perchè vengono fatti. La gente intervistata ci da continuamente l'esempio di una logica così ferma e di un carattere così determinato in barba a quello che vorrebbero dimostrare i "manipolatori della informazione".
    Siete tutti nel mio cuore, e tu con i tuoi cari hai un posto nei miei pensieri insieme con i miei "ragazzi"<3 <3
    Un forte abbraccio con l'augurio che passiate una buona notte e che ritornino presto i vecchi tempi!!!

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  13. Carissime e carissimi, è una gara dura: qui i nervi sono messi a durissima prova, ogni momento di (relativa) tranquillità viene poi pagato col duro prezzo di una scossa successiva, imprevista, che si accompagna ai mille sobbalzi di qualunque rumore imprevisto ed improvviso. A casa siamo messi che ognuno grida quello che sta facendo ("chiudo la porta, sto lavando i tegami, tiro giù le tapparelle, sposto le sedie, ecc.ecc.") ma basta davvero che un vicino chiuda una finestra per sobbalzare. La nostra USL ha messo in campo un team di psicologi, ma dubito possano bastare. Personalmente, ho deciso di comportarmi "come se nulla": tanto, siamo indifesi ed impotenti, non resta che invocare una protezione e fare il pieno di energie positive: quelle che mi arrivano qui, sulle mail, negli sms sono un bel pieno di energia. Vi grido tutta la mia gratitudine ed il mio affetto. Se trovo un po' di spirito, cercherò di parlare d'altro: ma è dura, davvero.

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  14. sai, Max ... scusa, ma mi hai fatto tanto ridere: mi sono immaginata la figlia nella sua stanza che urla che ha chiuso l'armadio, tu che strilli in cucina che hai preso un bicchiere d'acqua, la moglie che grida nel salotto che sta spazzando sotto il divano, la gatta che, in tutto sto casino, sia per non essere da meno sia perché è quella che non riesce a razionalizzare, ulula come solo una gatta di una certa età sa fare ... il tutto con la faccia della normalità.
    grazie e scusami, forse quando sarà passato tutto, ne rideremo insieme davanti ad un bicchiere.
    siete nei miei pensieri, piccolini.

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